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Il lutto

Una folla per l'ultimo saluto a Riccardo Giorgi

Chiesa di San Domenico Savio gremita. Tutti ancora increduli: «Una Tragedia. Non si può morire così»

Una folla per l'ultimo saluto a Riccardo Giorgi

Occhi lucidi. Volti affranti. Ricordi nella mente. E incredulità. Sono tanti i suoi concittadini ancora increduli per la tragedia stradale che lo ha portato via troppo presto: «Non si può morire così», mormora qualcuno tra la folla presente nella Chiesa di San Domenico Savio, gremita ieri mattina per i funerali di Riccardo Giorgi, il ciclista che domenica mattina è stato travolto dal suv Ford Kuga, guidato da un 35enne, lungo la Migliara 51.
A stringersi attorno a Elena, Flavio e Paolo, agli altri familiari e agli amici più stretti, c'erano anche i colleghi dell'ospedale Santa Maria Goretti di Latina dove Riccardo lavorava come tecnico radiologo. «Un appassionato della vita», ha detto don Fabrizio durante la toccante omelia davanti ai tanti sportivi che hanno conosciuto Riccardo, quelli che hanno corso con lui, che hanno condiviso la passione per il ciclismo, per il triathlon e per le altre discipline praticate. Presenti anche il sindaco Francesco Giannetti e altri rappresentanti dell'Amministrazione comunale.

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