La svolta
07.03.2024 - 18:30
Svolta, finalmente, positiva per il Pastificio Paone di Penitro. Due giorni fa è stato infatti siglato l'accordo che consentirà di proseguire la produzione con lo storico marchio di pasta. In specie si tratta dell'intesa per il contratto di affitto tra l'amministratore unico della «Domenico Paone srl», Leandro Octavio Quentin, e Maria Moscato, la rappresentante legale della «Corex spa» di Battipaglia che, come si sa, ha acquistato il sito di Formia. La Corex, che aveva rilevato lo stabilimento all'asta aveva anche concesso un affitto per un periodo cessato con lo sfratto, validato dal Tribunale di Cassino. In tale contesto l'azienda aveva cessato la produzione diciotto mesi fa e i 29 lavoratori erano stati messi in cassa integrazione straordinaria, scaduta il 4 marzo. Il nuovo accordo, che tiene conto anche della impossibilità di avere altra cig e quindi dell'impatto che una mancata intesa poteva avere sui livelli occupazionali, prevede che la Corex per un periodo limitato affitti l'utilizzo delle due linee di produzione e il logo del pastificio in attesa che termini la procedura del concordato liquidatorio e si vada all'acquisto del marchio. A questo risultato si arriva dopo un anno di tentativi di trovare un modo perché Corex potesse acquistare le linee e il marchio tenendo in organico venti dipendenti. Le trattative sembravano essersi indirizzate sul giusto binario ma in realtà non si era mai arrivati ad una conclusione positiva, soprattutto allo step necessario per riavviare la produzione, condizionato al pagamento di debiti accumulati per via della crisi che ha investito l'azienda. Prima del riavvio vero e proprio è previsto un ulteriore periodo di cig per i lavoratori che hanno accettato di passare da una società all'altra dopo la lunga mediazione dei sindacati di categoria. Come si sa i dipendenti del pastificio da molti mesi hanno avviato un presidio permanente davanti ai cancelli, una sorta di mobilitazione a temo indeterminato con l'obiettivo di salvare il loro posto di lavoro ma soprattutto per evitare che fosse smantellato un patrimonio sociale oltre che economico, quello rappresentato, appunto, dal marchio della pasta Paone.
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