L'evento
05.04.2024 - 15:30
Carlo Bassoli con il sindaco Matilde Celentano
Nel segno dell'unità politica, di una memoria condivisa e del riconoscimento del valore di una figura che ha segnato la storia della città, Fernando Bassoli. Il primo sindaco di Latina avrà dedicato al suo nome uno slargo nel parco Falcone e Borsellino in questi mesi chiuso al pubblico per lavori di restyling. La decisione è stata votata all'unanimità dei 23 presenti ieri nel consiglio comunale aggiornato nel pomeriggio per permettere alla famiglia Bassoli di partecipare al momento solenne che colma un'assenza importanza nella toponomastica cittadina. Visibilmente emozionati in aula c'erano il figlio Carlo Bassoli, la nipote Alice Bassoli e la moglie di Carlo, Fiorella Modeo.
Presente anche Dario Petti, editore del libro della giornalista Licia Pastore "Fernando Bassoli, primo sindaco della città di Latina", edito da Atlantide. Un testo che ha assunto, a partire dalla sua pubblicazione un anno e mezzo fa, un valore specifico nel colmare un vuoto e nel ricostruire un pezzo di storia della città poco conosciuto, quello della Latina immediatamente successiva al periodo della Fondazione e dei difficili anni della ricostruzione postbellica. L'intitolazione riconosce il valore straordinario di un primo cittadino che ha preso per mano la ricostruzione della città dopo la guerra, quando aveva solo 14 anni di vita e contava 15mila abitanti. «La vostra presenza ci onora – ha detto il sindaco Celentano - avevamo un debito con la storia e con la memoria e dovevamo colmarlo nella toponomastica cittadina in un luogo simbolico e importante come il parco cittadino. Ci saranno altre intitolazioni di sindaci della città. Si è sindaci per sempre anche quando si dismette il mandato, con l'esempio che si dà con il proprio vissuto». Nel corso della seduta è stato ricordato il valore dell'opera di Bassoli da molti consiglieri e la sua avventura di ragioniere approdato nel 1935, al seguito di una cooperativa di braccianti di Carpi, nelle terre pontine da bonificare. Crollato il regime mussoliniano, Bassoli diviene sindaco in seguito alle elezioni del marzo 1946 e segna gli anni che vanno dalla caduta del Fascismo alla nuova Italia repubblicana e democratica. Daniela Fiore del Pd ha ricordato il suo discorso di insediamento, «una lezione di democrazia senza tempo, che ogni cittadino di Latina dovrebbe tenere a mente: onorare la sua memoria è un modo tangibile per celebrare il suo impegno e il suo contributo alla costruzione di una Latina libera, democratica e solidale».
«La giornalista Pastore ha avuto un ruolo nel togliere dall'oblio la figura di Bassoli – ha detto invece Cesare Bruni di Fratelli d'Italia- il giusto riconoscimento per chi ebbe l'onere di guidare la nostra città in un momento di lutti, Bassoli traghettò la città dalla distruzione a un nuovo avvenire». Simbolica e non casuale anche la scelta del luogo: lo slargo del parco Falcone e Borsellino che si chiamerà 'Largo Fernando Bassoli' è quello intorno al Monumento dei Caduti, dove incidono i busti di Mazzini e Garibaldi che lì furono collocati proprio dal sindaco e inaugurati nel 1951. «Papà è stata a mio avviso una figura unitaria – ha detto il figlio Carlo - non era solo un uomo di parte, era un pioniere della bonifica. La sua presenza di bonificatore e di politico deve essere un segno di unità e deve portare con sé la sinergia di tutte le forze politiche. Ringrazio Licia Pastore che attraverso fonti archivistiche ha scritto una storia ben documentata, una storia vera».
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