Il fatto
10.08.2024 - 07:30
Il destino del megastore all’angolo tra via del Lido e la strada statale Pontina è sempre più incerto, ma intanto uno degli operatori commerciali ha annunciato l’intenzione di riaprire nuovamente l’attività, pubblicizzando attraverso i social network l’inaugurazione bis per la mattina di oggi. Per quello che ci è dato sapere i titolari delle tre medie strutture di vendita hanno nuovamente presentato alla società Anas la richiesta per l’autorizzazione del passo carrabile e dell’accesso per lo scarico merci su via Ferrazza, la complanare della statale Pontina, e per giunta questa volta avrebbero anche pagato gli oneri del caso, ma sembra che il gestore dell’arteria non abbia ancora rilasciato l’ok definitivo per l’utilizzo degli accessi. In ogni caso uno dei tre gestori ha già depositato la Segnalazione certificata di inizio attività, auto dichiarando la conformità della struttura sotto tutti i punti di vista. Ma la questione è tutt’altro che chiara, anche alla luce dell’inchiesta della Procura ormai in procinto di approdare in Tribunale per la valutazione sul rinvio a giudizio dei quattro indagati.
Il nodo centrale resta quello urbanistico, perché all’esito delle investigazioni dei Carabinieri Forestali il pubblico ministero ritiene che la realizzazione del complesso commerciale di via del Lido sia viziato da una serie di illeciti, confluiti nell’ipotesi di reato di lottizzazione abusiva, propiziata da una variante per l’eliminazione del vincolo alberghiero la cui legittimità non è mai stata del tutto chiarita in seguito all’archiviazione della prima inchiesta che risale al periodo antecedente al rilascio dei permessi di costruire. Fatto sta che per i magistrati il megastore è irregolare, ma il Comune non si è mai chiesto se la procedura di autorizzazione delle tre medie strutture di vendita, più una quarta di vicinato poi trasformata in ufficio, sia stata effettivamente regolare. Del resto oltre all’imprenditore Luigi Corica e all’architetto Viviana Agnani, rispettivamente proponente della variante e progettista, al centro dell’inchiesta sono finiti anche Stefano Gargano, all’epoca dei fatti dirigente comunale del Suap, e il funzionario dell’ente municipale Mario Petroccione che avevano istruito la pratica. Fatto sta che l’amministrazione locale non ha mai avviato la necessaria valutazione in autotutela della procedura che ha autorizzato la costruzione del megastore. Il Comune aveva assecondato la tesi del privato che quello non fosse un centro commerciale, ma tre strutture medie di vendita indipendenti e non dotate di servizi comuni, una farsa alimentata con la suddivisione e la numerazione delle aree di sosta, oltre al cambio dell’uso del quarto negozio più piccolo al primo piano, che costituiva il quarto esercizio commerciale, quindi configurava la fattispecie del centro commerciale, ma in corso d’opera è diventato un ufficio.
A questo punto ci si chiede se, in attesa dell’autorizzazione dell’Anas, l’attività che oggi si appresta ad aprire i battenti sia regolare anche dal punto di vista commerciale e non solo edilizia.
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