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5 profili di viaggiatori: chi sei quando stai per volare?

5 profili di viaggiatori: chi sei quando stai per volare?

Con l’avvicinarsi dell’estate e la crescente voglia di partire, tra ponti, vacanze e fughe mordi e fuggi, si torna a frequentare aeroporti e stazioni. Dall’amico ansioso che controlla compulsivamente la carta d’imbarco fino a chi si lascia andare a saluti cinematografici, ogni viaggiatore è il protagonista della propria piccola scena. Ecco cinque profili emblematici.

Il pianificatore meticoloso

C'è sempre qualcuno che considera il viaggio un progetto da gestire con metodo scientifico. Questo tipo di viaggiatore ha pianificato tutto con settimane – se non mesi – di anticipo. Ha letto recensioni su ogni posto da visitare, consultato app meteo, stampato documenti e predisposto piani alternativi in caso di ritardi. Per lui, il caos è l’avversario da battere. Arriva sempre con largo anticipo in aeroporto ed è probabile che nei viaggi di gruppo sia la persona più autorevole quando si deve decidere cosa fare o non fare. E guai a non rispettare la tabella di marcia.

Il consiglio: ogni tanto, questo profilo dovrebbe imparare a lasciare spazio all’imprevisto. Non tutto ciò che non è programmato è necessariamente un problema.

Il minimalista pragmatico

All’estremo opposto, si trova chi fa della leggerezza, in tutti i sensi, la propria regola aurea. Questo viaggiatore si presenta con uno zaino compatto, niente bagagli da stiva, nessun accessorio superfluo. Sa che ogni minuto sprecato è un fastidio evitabile, per cui viaggia con il solo indispensabile e arriva in aeroporto con il giusto anticipo, senza ansia né sovrastrutture. L’idea di fare lunghe attese o salutarsi in modo cerimonioso non lo sfiora: per lui meno è decisamente meglio.

Il consiglio: ottimo approccio al viaggio, ma attenzione a non sottovalutare le variabili. Un documento extra o una batteria in più possono salvare la partenza.

L’emotivo dell’addio

Per alcune persone, il momento della partenza è un momento profondamente emotivo, non importa se si tratta di un volo intercontinentale o di un weekend in Europa: ogni saluto è carico di significato. Si lasciano abbracci lunghi, si pronunciano raccomandazioni, si ripetono frasi affettuose come se non ci si dovesse rivedere per mesi. In questi casi l’accompagnatore - immancabile - diventa parte integrante del rito: fortunatamente alcuni aeroporti offrono una soluzione utile anche in tali situazioni. Partendo da Roma, ad esempio, la sosta nell’area Kiss&Go di Fiumicino di fronte ai Terminal 1 e 3 permette di fermarsi gratuitamente per 15 minuti, il tempo giusto per un abbraccio sentito, una promessa di messaggio all’arrivo e un ultimo sguardo prima di entrare in aeroporto

Il consiglio: va bene lasciare spazio all’emozione, ma attenzione a non perdere il volo. Anche i saluti più sinceri devono essere circoscritti in un arco di tempo.

Il ritardatario cronico

Immancabile è il viaggiatore che, nonostante gli avvertimenti, riesce sempre ad arrivare al terminal con il fiato corto. Convinto che tutto possa sistemarsi all’ultimo, vive ogni partenza come una sfida contro il tempo. Si aggira nervosamente tra i controlli, controlla l’orologio con crescente agitazione e si fionda al gate all’ultimo secondo utile. Eppure, a dispetto delle previsioni, riesce quasi sempre a partire. È il campione del “ce la faccio comunque”, anche se il prezzo da pagare è, spesso, il panico di chi lo accompagna.

Il consiglio: meglio anticipare la sveglia e concedersi il lusso della tranquillità. Il viaggio inizia meglio quando non si corre.

Il viaggiatore fashion

C'è infine chi affronta il viaggio come un’occasione per esprimere il proprio stile. Questo tipo di viaggiatore sceglie con cura l’outfit per l’aeroporto, abbinando trolley, occhiali da sole e auricolari bluetooth in perfetta armonia. Non importa la destinazione: la priorità è viaggiare con un certo aplomb, mantenendo un’immagine curata anche tra una fila e l’altra. È quello che si muove con passo sicuro, ha già fatto il check-in online e posta una story dal terminal con il caffè in mano. Viaggia comodo, ma mai trasandato, e considera l’imbarco parte del racconto di sé.

Il consiglio: l’estetica è importante, ma la praticità vince sempre quando si tratta di imbarcarsi. Meglio un bagaglio comodo da trasportare che una borsa solo fotogenica.

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