Destagionalizzazione mancata da anni per gli stabilimenti nonostante la legge regionale, il Pua appeso ad un Rup sospeso dal servizio (Rino Monti), tre gare consecutive nel giro di un anno e mezzo per passerelle sempre più indecorose e la gara del salvataggio che va salvata lei stessa dal mare aperto dei ritardi e della burocrazia. Sembra una via crucis ma è sola la storia lontana ma rideclinata anche al presente del nostro lungomare affetto da una malattia che sembra incurabile. Tutti spunti ripresi da un'agguerrita attivista del meet-up cinque stelle "256 i grilli e le cicale", Rita Schievano, che da tempo segue e si fa braccio e mente del futuro della marina di Latina. C'era lei dietro l'ultima interrogazione sul lido presentata da Nicola Calandrini ed è lei che si presentò sotto il commissario Barbato con un faldone di firme e documenti fotografici per dimostrare lo stato delle discese al mare chiedendo di verificare la gara numero 100. E il capitolo passerelle lo definisce "un caso da Procura". «Nell'estate 2015 – spiega l'attivista cinque stelle – il Comune di Latina ha aggiudicato la gara ‘100', importo di circa 78mila euro, che prevedeva la posa delle torrette per il salvamento e il ripristino delle passerelle. Ma di lavori è stato fatto ben poco: oggi versano nello stesso stato e in alcuni casi anche peggio e più volte abbiamo chiesto, invano, chi fosse il tecnico designato per controllare quei lavori.  Nella primavera del 2016, è stata indetta un'altra gara da 38mila euro, vinta da altra ditta». Ma alla Schievano risulta che sia stato svolto  un unico intervento, per un importo di 6.500 euro.