Gli occhi che parlano. Una metafora che sta a indicare il gesto d'intesa tra amanti, amici, genitori e figli. Quegli ammiccamenti che non hanno bisogno di parole per essere spiegati e che in alcuni casi rappresentano un linguaggio in codice che isola dal resto del mondo. In alcuni casi gli occhi che parlano diventano però una necessità, anzi l'unico modo per restare attaccati alla vita, per comunicare, per dire la propria in un mondo che, a causa della malattia, ha relegato nel silenzio, nell'immobilismo. E' il caso questo di Umberto di Franza, l'autore del libro "Occhi che parlano. Pensieri scritti da uno Slamatto". Un libro del tutto particolare, scritto grazie a un puntatore oculare, l'unico mezzo con cui Umberto riesce a comunicare con il mondo esterno. Una malattia micidiale la Sla, che poco avverte ma inesorabilmente spegne. Ancor più forte è stata però la forza di volontà di Umberto (marito e padre di un figlio di dieci anni) il quale, grazie anche alla fervente fede, non ha mollato, ha lottato, continua a farlo ma soprattutto non ha mai smesso di sorridere alla vita. Emblematica in tal senso la frase utilizzata per chiudere la copertina del libro auto-prodotto "Ama la vita come un violino, con il suo suono soave". Un suono che spesso si dimentica che esista, con le vite che si trasformano in esistenze, in un semplice tempo che passa, tra affanni, arrabbiature e stress. Un suono che invece è sempre lì, inesorabile e che paradossalmente è più udibile da chi è costretto a stare fermo. "Io non mi arrendo e lotto – scrive Umberto nella prefazione del suo libro – se vincerà la Sla, in compenso vedrò il volto di Dio. Dal 2003 il mio corpo è intrappolato nel mio letto ma la mia mente è libera di viaggiare". Sono stati i familiari e gli amici di Umberto a convincerlo a stampare il libro, che è stato presentato il 9 aprile scorso presso la sede dell'associazione Il Girasole a Latina i cui volontari e operatori, che seguono anche il caso di Umberto, hanno organizzato un evento del tutto particolare con le novelle e le poesie che sono state recitate non solo dai volontari. Le parole di Umberto di Franza scritte con gli occhi hanno preso voce attraverso i ragazzi diversamente abili, sotto la regia di Federica Vivolo, e hanno preso colore attraverso i disegni di Patrizia Di Benedetto (l'altra responsabile dell'associazione) presenti nel libro. "Questo libro porta con sé un grande messaggio – hanno detto le due responsabili - rappresenta un inno alla vita, sono le parole di un uomo che nonostante la terribile malattia non si arrende a viverla, così per come essa è. Le poesie e storie sono cariche di originale positività e ironia, vogliono trasmettere un messaggio a questo mondo dove è diventato sempre più facile parlare di morte. Umberto rappresenta l'altra faccia della medaglia, rappresenta quel forte desiderio di vita che fa passare un messaggio di forza e di incoraggiamento a chi si trova in situazioni difficili". Nel libro, acquistabile contattando l'associazione Il Girasole, poesie e novelle, molte delle quali toccanti come questa, intitolata, Ali di farfalla. "Come quando si toccano con le mani, le ali di una farfalla, cosi che non può più volare, così qualcuno ha toccato le mie ali".
Umberto, costretto a letto dalla Sla ha scritto un libro con un puntatore oculare
Latina - Il poeta che non si arrende: “Il mio corpo intrappolato nel letto ma la mia mente libera di viaggiare”