Tempi lunghi e burocrazia non sostenibili e due anni di incertezza che per un imprenditore significano promesse non mantenute e lavoro perso. Dopo che sulla vicenda chioschi è calata la coltre degli accertamenti della polizia mossi dalla denuncia del sindaco ora a farsi avanti e a scrivere una lettera aperta è uno dei gestori rinunciatari. Si tratta di Roberto Renzini, assegnatario della quarta posizione, tra quelli dunque che non c'entravano con la postazione numero uno rifiutata da altri due operatori. «Sento il bisogno – scrive Renzini - dopo essere stato chiamato ripetutamente in causa sulla situazione dei chioschi, di spiegare a tutti voi le mie ragioni. Avrei volentieri accettato di tornare, dopo aver superato il bando, alla postazione n° 8 su cui ho lavorato per molti anni, fornita rispetto alla n° 4 di servizi maggiori quali l'energia elettrica e di più numerosi spazi di parcheggio per gli utenti. Siccome ciò non è stato possibile, visti i criteri scelti per le assegnazioni delle piazzole, secondo me penalizzanti per i vecchi gestori, speravo almeno che ci sostituissero società scelte con criteri attenti, esperti del settore e veloci nel rispondere, come me, e su sollecito controllo dell'amministrazione, ai requisiti di legge previsti». Ma poiché tutto ciò non è accaduto Renzini parla di un grande rammarico: «Quello di non poter dare lavoro a tanta gente; ma anche la soddisfazione di aver dimostrato che io, più di altri, potevo continuare a farlo, magari senza essere penalizzato economicamente da logiche incomprensibili. L'amministrazione ha utilizzato il suo sacrosanto potere discrezionale, nei tempi e nei modi. Ma penso che spetti anche a me lo stesso sacrosanto diritto: scegliere di non accettare questi tempi e questi modi. Dopo quasi due anni di fermo, una situazione come quella attuale e incertezza sul futuro di tanti chioschi non penso sia opportuno crederci ancora».
L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (venerdì 2 Giugno)