Tutelare l'ecosistema ma anche il panorama dunale e marino esistente attorno all'antico maniero immerso nel blu del Mar Tirreno. Sono questi gli obiettivi che intende perseguire la Regione Lazio attraverso le misure di conservazione disposte per il Sito di interesse comunitario di Torre Astura, a Nettuno, già designato come Zona speciale di conservazione relativa agli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche.
In particolare, il piano elaborato dai tecnici regionali ha dapprima individuato le pressioni e le minacce per il sito che ricade all'interno dell'Uttat - il poligono militare nettunese, ndr -, per poi passare alla definizione dei passi da compiere per evitare che la situazione venga compromessa.
A minacciare la stabilità del sito ci sono sicuramente i rifiuti plastici e inerti che vengono portati dal mare sulla spiaggia; non mancano, poi, specie esotiche invasive (animali e vegetali), l'erosione costiera e il cambiamento del livello del mare, la frammentazione che mina la connettività dei vari habitat e la presenza di malattie portate soprattutto da funghi parassiti delle piante.
Nell'ambito delle misure di conservazione spiccano sia i provvedimenti in ordine alle attività militari (obbligo d'uso delle strade esistenti, divieto di realizzazione di nuovi depositi di carburante e lubrificanti o di taglio della vegetazione esistente, oltre ad altri "consigli" minori) ma anche le azioni da incentivare. Tra queste ci sono la stipula di un protocollo d'intesa per la gestione del sito tra la Regione e l'amministrazione della Difesa, l'eliminazione delle fonti di inquinamento e il controllo di eventuali scarichi verso il mare, l'installazione di cartellonistica agli ingressi del poligono, la realizzazione di interventi di eradicazione e controllo delle specie "aliene" rispetto al sito e, infine, delle campagne di pulizia della costa, in collaborazione con l'Uttat e con l'ausilio di volontari.