Si terrà il prossimo 19 luglio presso lo stabilimento Belvedere di Nettuno a partire dalle 19, la presentazione del libro "Ecco chi sei" di Filippo e Franco La Torre, figli del politico e sindacalista siciliano Pio La Torre ucciso dalla mafia nel 1982. L'evento è patrocinato dalla Città di Nettuno e organizzato in collaborazione con la libreria Fahrenheit 451 è promosso e organizzato dalle  associazioni AIFO Latina, AC della Diocesi di Albano, CSI Comitato Provinciale Latina, CRI Comitato Anzio-Nettuno, Pontum Intercultura, Reti di Giustizia e Welcome


"Abbiamo deciso di proporre questa iniziativa - dicono i volontari delle associazioni - in occasione dell'anniversario dell'attentato di via D'Amelio, nel quale persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, perché è necessario ricordare il sacrificio di coloro che hanno dato la vita nella lotta contro le mafie, e ci è sembrato giusto farlo attraverso le parole di uno dei tanti parenti delle vittime, appunto Franco La Torre".

La serata partirà alle 19 con la presentazione di "Ecco chi sei" alla quale prenderanno parte l'autore, Franco La Torre e il presidente di Reti di Giustizia, Fabrizio Marras. L'evento, che sarà accompagnato musicalmente dalla violinista Antonella Serafini, terminerà alle 21.

Per coloro che volessero trattenersi, sarà a disposizione, dietro prenotazione al numero 334 922 2534, una cena a base di pesce al costo di 20 euro.

"Ecco chi sei", con la prefazione di Giuseppe Tornatore. A trentacinque anni dalla sua morte, avvenuta il 30 aprile 1982, i suoi due figli, Franco e Filippo, raccontano l'eccezionale normalità di un eroe che non ha mai voluto diventare un eroe, l'umanità di un uomo e di un padre ancora scomodo, che interroga ciascuno di noi, chiedendoci fino a dove siamo disposti a metterci in gioco per vivere davvero le nostre battaglie. «Il motivo per cui nostro padre poté fare quello che fece sta proprio in questa identificazione totale e piena con le sue battaglie. Oggi come allora queste parole possono sembrare retoriche eppure non lo sono. Pochi hanno avuto e hanno la credibilità per pronunciarle, pochi possono davvero dire "Io sono la mia battaglia"».