Si parla di porto e subito a San Felice è polemica. La sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la regolarità dell'annullamento della concessione demaniale suppletiva del 2014 da parte del Comune ha dato il via a un acceso dibattito.
In una lunga nota i consiglieri comunali di Verso il Domani, ossia l'ex maggioranza, parla di una «conferma dei concetti sostenuti da anni» da parte dei giudici d'appello amministrativi. «Da molte parti - scrivono - ci si chiedeva come fosse possibile che quasi la totalità dello specchio acqueo del porto del Circeo fosse occupato esclusivamente da un unico concessionario senza che nessun altro operatore del settore nautico, anche del luogo, avesse mai potuto avere la possibilità di accedere alla gestione degli ormeggi».
La contestazione della minoranza riguarda il ricorso alle concessioni di ampliamento. Questo il caso del titolo rilasciato nel 2014 per un'area di 136 metri quadrati di specchio acqueo e 30 metri quadrati per un pontile in legno. La concessione è stata poi revocata in autotutela dal Comune e da lì è partita la contesa giudiziaria conclusa nei giorni scorsi con la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la legittimità dell'operato dell'ente.
«In altre parole, tranne che in casi straordinari e di minima consistenza dimensionale, gli ampliamenti - affermano da Verso il Domani - vanno interpretati come nuove concessioni e, come tali, sottoposti a procedura pubblica di gara. Alla luce di ciò - aggiungono Saputo, Calisi e Magnanti -, non si può non considerare che anche gli altri ampliamenti concessi con affidamento diretto sono da considerare illegittimi e, pertanto, il Comune, alla luce della sentenza del Consiglio di Stato, deve revocarli e riaffidarli secondo le corrette procedure di legge attraverso una gara pubblica. Non nascondiamo la nostra preoccupazione - concludono - circa la possibilità che questo avvenga dal momento che il conflitto di interessi che lega da anni alcuni esponenti dell'attuale maggioranza al concessionario dell'area portuale è noto a tutti. Naturalmente ci auguriamo di sbagliare, ma nel frattempo non trascureremo di tenere informati i cittadini di San Felice e i competenti organi di controllo sull'evoluzione dei fatti».