Con un'ordinanza pronunciata nei giorni scorsi, il Tar del Lazio - Sezione seconda quater di Roma - ha sospeso l'efficacia di una delibera del Consiglio comunale di Pomezia del 24 novembre 2016, inerente l'annullamento in autotutela della delibera dell'assise civica pometina del 31 marzo 2011 attraverso la quale si adottava una variante urbanistica relativa al Comprensorio Industriale A.
A presentare il ricorso al Tar sono state due società, le quali hanno chiesto l'annullamento della delibera ora sospesa ma anche di ogni atto presupposto e collegato, compresi - nei limiti di lesività - la relazione del dirigente dell'area Lavori pubblici e Urbanistica dell'11 aprile 2016 e il parere acquisito dal Comune sulla vicenda, reso da un architetto sempre lo scorso anno.
I giudici, dopo aver valutato gli atti e rilevato la costituzione in giudizio del Comune, hanno evidenziato che "sussistono fondati dubbi circa i presupposti e le modalità dell'avvenuto esercizio del potere di autotutela: in virtù di ciò, sono stati rilevati i presupposti per accogliere la domanda cautelare e rimandare la discussione nel merito al 24 novembre prossimo.
Vale la pena ricordare, in questa sede, in cosa consisteva la variante adottata dal Consiglio comunale nel 2011.
Si parla del cambio di destinazione urbanistica di un'area contigua alla zona industriale pometina, che nel piano regolatore del 1974 risultava agricola. Si tratta di due ettari che, con la variante del 2011, sono diventati a servizi privati, parcheggio e strada.
Questo, secondo l'amministrazione Fucci, contrasterebbe «con una politica di governo del territorio che miri a uno sviluppo armonico e sostenibile». Dunque, «tenuto conto della grave crisi economica che colpisce da anni il Paese, del processo di dismissione delle aree industriali e dell'abbandono del territorio pometino da parte di aziende che per anni sono state il volano economico del territorio», il Consiglio decise di annullare quella variante. Ora, però, tutto è sospeso fino alla decisione di merito.