La politica ci aveva sperato ma più di loro gli stessi imprenditori: montare i chioschi e riportare i servizi e l'economia tra Capo Portiere e Rio Martino dopo un anno di stop e con un bando vinto. Alle porte di agosto la desolante assenza delle strutture è oggi è una certezza perché all'appello mancano ancora i pareri più importanti che dovevano rilasciare gli altri enti, parere paesaggistico, ente parco e Dogana e senza i quali l'autorizzazione finale del Suap non può essere rilasciata ai gestori delle tre strutture. Neanche il salvagente amministrativo offerto con il congelamento della postazione numero 1, quella oggetto di presunte pressioni e di una denuncia in Questura del sindaco, ha potuto molto su questo fronte: quello della burocrazia e di pareri che restano sulle scrivanie e che spesso bisogna "forzare" attraverso la procedura del silenzio-assenso. Successivamente all'ottenimento di questi pareri i gestori dovranno ritirare il permesso di inizio attività dal Suap, circostanza che richiede normalmente altre due settimane senza contare i tempi di montaggio che richiedono almeno 15 giorni (nella migliore delle ipotesi e per gestori esperti). Insomma una corsa ormai irrealistica dal momento che alla stagione manca un mese e arrivata al termine di una vicenda che tra un bando macchinoso e contestato, la lentezza degli uffici, i sospetti di ombre sulla postazione numero 1 e il mancato controllo sui tempi ha prodotto un paradosso burocratico, stavolta condizionato anche da influenze esterne.