Una delle poche piazze di epoca romana che ancora vive di vita vera. Un orgoglio, un fiore all'occhiello, da Unesco, un luogo invaso mai come questa estate di visitatori, grazie agli eventi, ai tanti eventi che si stanno realizzando. Tutto bello. Ma il lastricato di piazza Municipio è ridotto a uno scempio, perché nessuno pulisce. Al tramontare della stagione estiva, l'area forse più importante della città storica porta addosso le "ferite" di una frequentazione assidua, del consumo di bibite e gelati, perfino di oggetti trascinati. Si sarebbe gridato all'oltraggio per qualsiasi altro monumento, e invece il Foro Emiliano, unicum storico-archeologico, non merita alcuna considerazione. Trattato come un qualsiasi pavimento della movida estiva.

Ci vorrebbe un bel po' di olio di gomito sotto uno dei due cestini pubblici, gli unici, disponibili. Che trabocca di bicchieri di carta e gocciola di granite, aranciate, birra. Ai piedi della scalinata del Duomo di San Cesareo, quasi fa specie camminare con le ciabatte infradito. La situazione è pressoché uguale su tutta la piazza. Anche sul palco che fronteggia l'area del teatro, la situazione è poco piacevole all'occhio. Sfilate e concerti hanno lasciato i loro segni. Dopo la bellezza, restano fasce di nastro isolante stese per delineare gli spazi, con tanto di numeretti, mai tolte. Un problema non nuovo. A cui sarà forse necessario mettere mano.

Serve un regolamento sugli obblighi di chi usa aree pubbliche, a maggior ragione se di grande rilievo archeologico, per realizzare eventi e manifestazioni. Ma soprattutto è necessario organizzare una pulizia metodica, incaricare la società De Vizia di bonificare e disinfettare periodicamente. Se ciò non è già previsto dall'oneroso capitolato d'appalto. Se per gli eventi privati basterebbe una regoletta che impone di ripristinare il luogo con pulizia e riordino, per l'area pubblica serve l'ordinaria manutenzione. Consiglieri, amministratori, dipendenti passano ogni giorno sul lastricato di oltre 2000 anni fa. Dovrebbero avere sufficienti occhi per vedere che il turismo è bello, sì, ma non si fa a costo zero.