Il deposito di scorie temporaneo rischia, come nella migliore delle tradizioni italiane, di diventare pericolosamente "definitivo". Sì perché da quasi due anni il Governo italiano rinvia la decisione rispetto all'individuazione del luogo in cui costruire il deposito nazionale di scorie. Lo scorso 13 luglio la Commissione europea ha inviato a Roma quello che nel gergo di Bruxelles si chiama "parere motivato". E cioè un richiamo formale al rispetto del diritto dell'Unione, che fa scattare due mesi di tempo per rispondere prima del deferimento alla Corte di giustizia europea. E il problema sta proprio qui: perché è difficile, quasi impossibile, fare in due mesi ciò che non è stato fatto finora. E quei due mesi scadranno presto. Intanto, in mancanza del deposito nazionale, i quasi 30 mila metri cubi di rifiuti radioattivi attualmente presenti sul suolo nazionale saranno divisi tra otto depositi "temporanei". Le virgolette sono d'obbligo, perché rischiano di essere tutt'altro che temporanei. A ottobre a Latina dovrebbe intanto essere ultimato il deposito interno alla centrale di Borgo Sabotino.