Niente fondi per la messa in sicurezza del «reticolo idrografico nell'area della Stazione Ferroviaria». Il Monte Cucca secondo i tecnici della Regione non è «ricadente» in aree classificate «R3/R4», ovvero ad alto rischio idrogeologico. Questa la beffa arrivata come una doccia gelata dalla Regione, che in provincia ha finanziato 14 interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, scartando tre su quattro richieste inserite dal Comune nella piattaforma "Rendis". Erano quattro i progetti presentati mesi fa dal Comune, per i quali si nutriva grande speranza. Non ammessa la richiesta di un milione di euro per il Monte Cucca, ma nemmeno quella in difesa dalla caduta massi de La Fiora per 4 milioni di euro («non ubicato», la motivazione) e pure il completamento della mitigazione del rischio in piazza Palatina, per cui si chiedevano 1.877 mila euro perché, anch'esso, «non ricadente in aree classificate R3/R4». Ammessa invece la stabilizzazione geomorfologica delle scarpate in via delle Cave, per oltre 3,8 milioni di euro.
Sfuma così, almeno per questa tranche di finanziamenti, la possibilità di sperare in una messa in sicurezza. Ma andiamo a vedere quali sono queste famose aree R3/R4 di cui non farebbero parte Monte Cucca e piazza Palatina. La prima si riconosce quando i crolli possono causare «danni a persone o beni; danni funzionali ad edifici e infrastrutture che ne comportino l'inagibilità». L'altro, addirittura «perdita di vite umane o lesioni gravi alle persone, danni gravi e collasso di edifici o infrastrutture». Cosa si intenda per infrastrutture, se non è compresa fra esse la ferrovia, è da chiarire. Ma il Pai, piano di assetto idrogeologico, parla chiaro. Forse l'arrivo dei geologi lo scorso inverno, dopo aver fatto le opportune verifiche, ha concluso che per ora ci sono aree ben più a rischio. Questione di priorità.D.R.