Le cure per la Sughereta di San Vito possono attendere. Del resto per anni l'emergenza ambientale nell'area verde di Monte San Biagio è stata "dimenticata" già una volta e il pericolo è che, nonostante il recente interessamento di associazioni e istituzioni, l'agonia possa continuare senza tentare di soccorrere gli alberi malati. Il Comune di Monte San Biagio, dopo aver chiesto aiuto alla Regione, sta predisponendo un progetto per intercettare i fondi indirizzati a salvaguardare foreste e aree boscate con scadenza nelle prossime settimane. Una mossa che potrebbe consentire all'ente di disporre dei contributi necessari ad avviare studi e cure contro il batterio killer sulla scorta dei primi esami condotti dai ricercatori dell'università della Tuscia negli anni passati. Dal 2010 la sughereta, tra le più estese d'Italia, è stata attaccata da un fungo patogeno che pian piano ha esteso il suo raggio d'azione passando da sette ettari cinque anni fa a circa dodici ettari nel 2015. Gli enti coinvolti nella tutela dell'area verde, inserita tra l'altro nel perimetro del Parco regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi, nei mesi scorsi hanno avuto un confronto, a tratti anche vivace con tanto lettere al vetriolo come quella che il sindaco Federico Carnevale ha inviato alla Regione Lazio, chiedendo un supporto concreto nella battaglia al parassita. Purtroppo, almeno per adesso, soluzioni non se ne vedono. Tra le ipotesi rimaste in piedi c'è quella di organizzare un tavolo tecnico che coinvolga enti locali, associazioni, tecnici ed esperti. Serve la collaborazione di tutti, altrimenti ogni tentativo sarà vano. Ad esempio non si sa che fine abbia fatto la richiesta del Comune per un incontro urgente con la Regione. Sono passati quasi due mesi.