Il Comune di San Felice Circeo potrebbe "retrocedere" in categoria B per quanto riguarda la valenza turistica, andando dunque a soddisfare quelle che da anni sono le istanze degli operatori balneari. La Giunta Schiboni ha dato incarico a un legale, l'avvocato Corrado De Angelis, di esaminare la pratica a seguito dalla richiesta di revoca in autotutela degli atti approvati nel 2014. La questione, tra l'altro, è oggetto anche di un contenzioso davanti al tribunale amministrativo, che ha visto il Comune spuntarla nel giudizio di primo grado. Pende ora il ricorso d'appello, per il quale è stata respinta l'istanza cautelare. Andiamo però con ordine.
L'11 agosto arriva al protocollo la nota di un avvocato che scrive all'amministrazione per conto dei concessionari del demanio marittimo, gli stessi che hanno già promosso ricorso amministrativo. Oggetto dell'istanza è la revisione del procedimento sulla valenza turistica e si richiede esplicitamente di valutare l'ipotesi di revoca in autotutela della delibera 184 del 14 ottobre 2014, quella impugnata davanti al Tar e ora, in appello, al Consiglio di Stato. L'obiettivo è l'applicazione della cosiddetta "categoria B" al posto della "categoria A". Le motivazioni sono sostanzialmente le stesse addotte nel ricorso. Si contestano dei vizi procedurali, come ad esempio la mancata comunicazione dell'avvio del procedimento, ma anche aspetti "sostanziali". Tra questi, la non corretta considerazione dei divieti di balneazione, del rischio erosione e del numero relativo alle presenze turistiche. Aspetti che, a detta degli operatori che hanno scritto al Comune tramite il proprio legale, avrebbero fatto sì che il Comune di San Felice accumulasse 22 punti «illegittimamente assegnati».
La Giunta, richiamando alcuni obiettivi inseriti nel programma elettorale (si rimanda alla trasparenza, alle «porte sempre aperte» e allo «sviluppo del territorio») ha deciso di chiedere un parere all'avvocato Corrado De Angelis. Il legale è stato chiamato a valutare la legittimità della scheda della valenza turistica «sotto profili concreti e oggettivi», che possano eventualmente dirimere i conflitti che si sono innescati e che – si legge negli atti - «non giovano allo sviluppo economico del territorio».
Sul caso, si diceva, pende anche un contenzioso amministrativo. Il Comune di San Felice, con sentenza del settembre 2015, l'ha spuntata in primo grado. Per i giudici del Tar di Latina i dati forniti dai ricorrenti non mettono in discussione quelli adottati dall'ente nella classificazione. Il ricorso è stato dunque in parte dichiarato inammissibile e in parte infondato. Respinta anche l'istanza di sospensiva avanzata nell'ambito del giudizio d'appello. Ora non resta che attendere la fase di merito davanti al Consiglio di Stato. A meno che non arrivi prima l'annullamento in autotutela della delibera.