Un servizio messo in naftalina da sette anni come si fa con le cose vecchie e in disuso, quattordici proroghe che superano il valore di 30 milioni di euro pagati sempre allo stesso gestore, una gara bandita lo scorso aprile e ora ferma al Tar per il ricorso di quello stesso affidatario, l'Atral, che ha contestato il bando trascinando il Comune nell'ennesimo limbo temporale in cui i trasporti galleggiano da anni. E' in pochi passaggi la discussa storia del Tpl nella seconda provincia del Lazio, un servizio che da dodici anni è in mano a chi vinse l'appalto nel 2005, davvero troppi per garantire efficienza, tecnologia ed economicità anche per il più virtuoso dei gestori. Oggi è in cantiere l'ennesima proroga perché a bloccare la gara è stato il ricorso amministrativo al tribunale, la cui pronuncia nel merito è attesa tra una decina di giorni, e sarà difficile pensare di poter evitare una nuova dilazione nell'affidamento del servizio, sia nel caso che il Tar desse ragione ad Atral, sia in quello che validasse la tesi del Comune. Con quaranta giorni di tempo davanti e la gara ferma all'apertura delle buste avvenuta a settembre, si dovrà dunque dall'1 gennaio staccare il biglietto di un'altra proroga, la quindicesima in ordine di tempo da quando, il 31 dicembre 2010 è stato avviato questo sistema per affidare il trasporto pubblico allo stesso gestore, quello che a Latina ha in mano anche i parcheggi. Proprio Atral in sede di udienza ha contestato una gara con troppe clausole escludenti di contro ad un Comune che ha eccepito il difetto di interesse della società, la sua non concorrenzialità nei mezzi e dunque deciso a sostenere le sue ragioni. Tra le contestazioni che potrebbero pesare sulla gestione futura c'è poi quella che il Comune non abbia rispettato il regolamento della comunità europea sostenendo che bisognava dare preavviso di gara un anno prima e che i termini di partecipazione dovevano essere di 110 giorni anziché 45. L'amministrazione ha invece battuto su come questa eccezione valga per una concessione di servizi e non per un appalto pubblico e che i rilievi mossi facciano riferimento a regole precedenti al nuovo codice degli appalti. Ebbene, se il Tar dovesse dare ragione ad Atral su questo punto gli scenari diventerebbero disastrosi per l'ente: modificando il bando su queste indicazioni ci vorrebbe un altro anno tra pubblicazione e nuova indizione della gara più altri sei mesi tra preparazione, insediamento della commissione e affidamento.