Un ufficio per l'affidamento dei beni confiscati alle mafie che non funziona perché i due immobili confiscati ad Aprilia nel 2001 non sono ancora nelle disponibilità del Comune. Un paradosso, per un comune tra i primi in Italia ad essersi dotato di un regolamento ad hoc, promosso su iniziativa dei referenti locali di Libera (oggi confluiti in Reti di Giustizia), Arci La Freccia, Centro Sportivo Italiano e Comitato dei soci Coop e approvato con la delibera di consiglio 52 del 10 settembre 2015, il cui fine ultimo era proprio quello di favorire l'affidamento alle associazioni dei beni sottratti alla criminalità organizzata, promuovendovi attività sociali. La giunta, come richiesto da regolamento, con la delibera 283 del 24 novembre 2015, ha dato il via libera all'istituzione di un ufficio beni confiscati, una appendice interna all'ufficio patrimonio, con il compito di espletare le attività propedeutiche all'affidamento e all'utilizzo del bene in questione. L'ufficio c'è, ma ad oggi neanche una pratica è stata espletata, in parte per la carenza di personale che affligge quasi tutti i settori dell'ente.