E' curioso come certe «buone azioni» si rivelino maldestre o forse addirittura utili a capire perversioni nel reclutamento del personale nelle aziende pubbliche. La gaffe, certamente involontaria, è del consigliere regionale Giuseppe Simeone, il quale con una nota sostiene la causa dei precari della Asl che hanno maturato il diritto, perlomeno morale, ad essere assunti in pianta organica. Ma nel comunicato ufficiale di critica alle politiche regionali e alla Asl medesima che tarda nelle regolarizzazioni, Simeone «svela» che uno degli aventi diritto lavora da dieci anni alla Asl come biologo, pur non avendone mai avuto il titolo. Affermazioni che fanno sorgere alcune domande spontanee. La prima: come fa uno che non è biologo ad essere chiamato a fare il biologo dall'azienda sanitaria, posto che ve ne saranno stati tanti altri muniti di diploma? La seconda: possibile che in 10 anni nessuno si sia accorto del finto biologo? La terza: perché uno che ha mentito sul suo curriculum professionale deve essere pure stabilizzato? La quarta: a questo punto è possibile ipotizzare che anche altre figure professionali siano lì senza titolo ed è in corso una campagna per la loro assunzione senza titolo? In una regione e una provincia «normali» ci si sarebbe aspettati interrogazioni sui motivi per i quali tra tanti biologi veri la Asl ne abbia chiamato uno falso. Invece l'intervento di Simeone dice questo: «La sanità della provincia di Latina e del Lazio è diventata come il curioso caso di Benjamin Button che anziché crescere regredisce sino a tornare in fasce. Il paragone nasce a seguito di quanto abbiamo appreso in queste ore in merito ad una situazione che definire anomala sarebbe un complimento. Mi riferisco al caso di un biologo che per anni ha svolto presso una struttura ospedaliera della provincia di Latina il ruolo di collaboratore professionale sanitario, tecnico di laboratorio biomedico, pur, a quanto si apprende e stando la normativa in materia, non avendo il titolo specifico richiesto. Il biologo in questione, inoltre, non ha lavorato un giorno ma per quasi dieci anni, in un ruolo diverso dal proprio, con contratti a tempo determinato rinnovati di anno in anno sino ad oggi acquisendo, tra l'altro, per quel profilo professionale i requisiti necessari ad accedere alla stabilizzazione dei precari della sanità previsti dal decreto ministeriale del marzo 2015. E qui al danno si aggiunge la beffa. Partecipando ad uno dei concorsi indetti per la stabilizzazione dei precari nel Lazio il biologo si accorge di non avere il titolo per accedere. Contestualmente, sembrerebbe, che dell'errore si sia accorta anche la Asl di Latina profilando il licenziamento del "tecnico abusivo"». Qual è l'anomalia?