Come ogni anno, il vescovo della diocesi di Albano - monsignor Marcello Semeraro - ha voluto inviare ai fedeli di tutto il territorio i suoi auguri di Natale.
«Questa ricorrenza cristiana ha pure una forte risonanza esteriore - ha evidenziato il vescovo -. Possiamo considerarla con simpatia, se porta con sé anche occasioni di gioia e serenità soprattutto nella famiglia. Noi cristiani, tuttavia, dobbiamo chiederci: dov'è il Natale? È fuori di noi? Penso che sia piuttosto dentro di noi. Angelo Silesio, un mistico tedesco del Seicento, ha scritto: ‘Se mille volte nascesse Cristo a Betlemme, ma non in te, allora tu sei perduto per sempre'. Il mio augurio diventa, allora, un invito a interiorizzare questa festa».
Non è tutto: «A chi mi domandasse cos'è il Natale, direi ch'è anzitutto memoria. A Natale - ha aggiunto monsignor Semeraro - noi facciamo memoria della venuta del figlio di Dio nella nostra storia in una vera umanità: è nato da Maria, la Vergine. Perché si tratta di una presenza storica, di essa dobbiamo considerarne anche le modalità. Il Signore, infatti, per ‘abitare in mezzo a noi' ha scelto la condizione non della potenza ma della fragilità; non della ricchezza ma della povertà. Da questo punto di vista, allora, Natale non è solo una memoria ma anche una vocazione: a cercare gli uomini e le donne del nostro tempo allo stesso modo con cui noi siamo stati cercati e amati da Dio». Questa la conclusione: «Il ‘povero', infatti, è accessibile a credenti e a non. Diventa, quindi, possibile incontrare Gesù partendo sia da un ‘centro' di fede, sia da una ‘periferia' d'umanità».