Dal mese di gennaio scorso, all'interno della fattoria sociale "Asino chi legge" di via Grottaferrata, a Nettuno, è iniziato un progetto ideato e curato dall'associazione onlus "A Ruota Libera", che vuole realizzare un percorso artistico all'interno della struttura che si trova all'estrema periferia della città.

Il progetto, denominato "Educere", durerà per tutto l'anno e prevede la presenza mensile, all'interno della fattoria sociale, di un artista sempre diverso che potrà realizzare le sue opere insieme al gruppo di ragazzi che gestisce e vive questa splendida realtà del territorio nettunese.

«Lo scambio, oltre al fine stesso, è la parte principale che si vuole affrontare - spiegano gli organizzatori in una nota -. La linea guida di curatori e artisti è l'esperienza percettiva eimmaginativa: un modo per determinare, di volta in volta, la trama del proprio 'sentire', modificando sé stessi in relazione alle energie catturate nei luoghi e dall'incontro tra le persone, innescando processi di riflessione per tutti i partecipanti».

Insomma, dodici artisti per dodici mesi, che punteranno a tirare fuori idee, creando qualcosa che già si preannuncia straordinario.

«Alla fine di ogni percorso - prosegue la nota -, è previsto un vernissage per aprire le porte a tutti e poter fruire del lavoro artistico ed esperienziale affrontato. Gli artisti selezionati avranno la possibilità di essere ospitati nell'arco del mese assegnato, per un periodo funzionale alla realizzazione dell'opera stessa».

Il progetto è altamente inclusivo: infatti, risulta aperto ad artisti di qualsiasi nazionalità, sesso o età, con un solo requisito: la voglia di mettersi in gioco e creare un'opera condivisa con il gruppo di persone che gestisce la fattoria.

Per chi non lo sapesse, la fattoria sociale "Asino chi legge" si trova alle porte della borgata nettunese di Tre Cancelli e nasce nel 2010 come progetto socio-educativo con persone disabili. «Un luogo autentico di vita - spiegano i gestori -, dove ci si riappropria dei processi produttivi creando un'identità condivisa. Uno spazio aperto, che valorizza l'incontro creativo, per ripensare il concetto di uomo nelle sue possibilità di essere - umano, dove le diversità sono risorsa. Uno spazio ad alta densità educativa, nella capacità propria di 'educere', ossia di tirar fuori se stessi ed esprimersi».