Malvisti da più di qualcuno, talvolta persino disprezzati. Ben accolti da altri. Sono i ragazzi, prevalentemente uomini, che arrivano ogni giorno in Italia in cerca di un futuro migliore. Ad accoglierli, al loro arrivo ci sono i Cas, centri di accoglienza straordinaria, strutture individuate dalle prefetture in convenzione con cooperative, associazioni e strutture alberghiere. Luigi Pannozzo, insieme a Paolo De Filippis, gestice, dall'agosto del 2016, la cooperativa Azalea con sede a Fondi, presente anche a Monte San Biagio, Lenola, Terracina e, a breve, a Itri. Il suo ruolo è probabilmente il più discusso in questo momento storico e sicuramente il più difficile da gestire. Sono 241 i ragazzi accolti dalla cooperativa e presenti attualmente nei cinque Comuni, Luigi conosce il nome e la storia di ognuno di loro.

«Appena arrivano da noi gli viene consegnato un modello da riempire su cui sono presenti domande che riguardano la loro vita, la loro storia, chi sono e dove vogliono andare - racconta Pannozzo - La prefettura, dopo un primo riconoscimento, prepara i documenti, in seguito i ragazzi arrivano presso le nostre strutture e iniziano il loro percorso di integrazione nella società, un percorso non sempre facile». Sul territorio monticellano sono presenti 125 ragazzi della cooperativa, suddivisi in sei diverse abitazioni. La cooperativa, al momento dell'arrivo, chiede al Comune di assegnare la residenza e, da due settimane, dopo 17 mesi dalle richieste, anche il Comune di Monte San Biagio ha iniziato ad assegnarle. «I nostri giovani imparano a parlare l'italiano grazie ad alcune maestre e alle scuole che frequentano il pomeriggio. Gestiscono da soli la casa, collaborano tra di loro, due volte a settimana una signora addetta alle pulizie li aiuta a pulire più a fondo. I ragazzi vengono seguiti da uno psicologo e visitati da un medico. Ogni sera un nostro operatore, presente in loco, fa firmare un foglio presenze. Durante il giorno si spostano, raggiungono il Ces di Formia, un centro ricreativo, dove possono esprimere se stessi attraverso la danza, il teatro e altre forme d'arte, partecipano a un torneo di calcetto, ma prima che faccia notte rientrano nelle proprie abitazioni».

I ragazzi presenti nei centri d'accoglienza della cooperativa Azalea sono infatti molto attivi sul territorio. Da Monte San Biagio si spostano ogni giorno verso città limitrofe proprio per prendere parte a diverse attività. Sono persone comuni, la mela marcia è presente tra di loro, così come lo è in ogni gruppo sociale. «Naturalmente – continua Pannozzo – c'è un regolamento da rispettare. Quando ciò non accade, la prefettura allontana il soggetto che non si è comportato come avrebbe dovuto». Le criticità iniziano proprio in questo momento. Le cooperative, a quel punto, non possono fare altro, e la persona allontanata finisce per strada. Un'altra questione che attanaglia il popolo italiano riguarda i tanto chiacchierati 35 euro al mese che finirebbero nelle tasche dei migranti. «Dei famosi 35 euro al mese – racconta il presidente dell'Azalea – solo 2,50 euro al giorno vanno ai ragazzi, gli altri 32,50 euro vengono utilizzati dalla cooperativa per gestirli. Con quei soldi paghiamo il personale e tutte le spese che dobbiamo sostenere». Sono 32 le persone che lavorano con Azalea più diverse professoresse d'italiano, uno psicologo e un avvocato. Dopo un tempo che varia dai sei mesi ad un anno, i ragazzi affrontano una commissione che li valuta decidendo di fatto il loro futuro. Se il ragazzo è ritenuto idoneo fa ufficialmente il suo ingresso nella società come soggetto autonomo e indipendente, in caso contrario può richiedere un ricorso e ritentare più avanti. «Organizziamo spesso con diversi comuni eventi che possano aiutare i cittadini italiani a conoscere meglio questi ragazzi. Alcuni di loro fanno campagne di sensibilizzazione nelle scuole».