Chi lavora all'ufficio urbanistica sa che le tensioni nei giorni di ricevimento del pubblico sono ormai una costante. Il settore fermo sull'annullamento dei piani particolareggiati che espone a richieste di sblocco continue, alcuni costruttori che fanno la spola negli uffici (prassi ormai consolidata da anni), i privati che chiedono conto delle pratiche. Ieri la situazione è degenerata proprio per una vicenda in sospeso da tempo, quella del cantiere di via Ombrone. A chiedere ragioni della loro pratica sono stati i titolari della ditta Corisma che ha costruito la palazzina ferma da quasi due anni dopo l'annullamento dei piani particolareggiati di maggio 2016. In particolare Nunzia Rosella aveva un appuntamento con il nuovo assessore all'urbanistica Francesco Castaldo ma l'assessore doveva assentarsi improvvisamente per altri impegni sopraggiunti tra cui quello che richiedeva la sua presenza in commissione trasporti. Rosella non ha gradito il fuoriprogramma e voleva restare nella stanza dell'assessore, i toni si sono alzati e dagli uffici hanno chiamato la polizia municipale. I vigili hanno ascoltato la signora e riportato la situazione alla calma e poi sia lei che il legale rappresentante della Corisma sono stati ricevuti dal dirigente all'urbanistica Umberto Cappiello. «Io sto difendendo un mio diritto – ha spiegato Rosella - il nuovo assessore in question time aveva detto che nel caso di piani decaduti ciò che è costruito non è illegittimo, ma oggi dice che ci vuole tempo per riesaminare le questioni. Noi aspettiamo risposte che non arrivano mai». Un malumore che viene da lontano, già un anno fa di questi tempi il costruttore della palazzina di via Ombrone e alcuni acquirenti protestarono in Comune. Una storia complessa rimasta incompiuta per il sequestro del cantiere. La società Corisma, titolare del permesso a costruire rilasciato dal Comune di Latina a settembre 2015, e di una Scia in variante del 28 giugno 2016, si è scontrata con l'effetto dell'annullamento dei sei Ppe deliberati dal commissario a maggio 2016. Di fatto essendo tornato in vigore il vecchio Ppe quell'area è destinata in parte a verde pubblico, parte a viabilità e in piccola parte ad area edificabile. Un rebus ed una battaglia legale su più fronti sul quale però risposte amministative chiare non sono ancora arrivate. Ieri poi i toni sono tornati distesi, l'assessore è tornato negli uffici e ha parlato con la Rosella evidenziando come si stia cercando una soluzione per la quale i tempi tecnici non sono immediati. Il Comune si trova di fronte ad una questione legale complessa e sta vedendo come arrivare ad un comportamento univoco per tutti e soprattutto come proteggersi dal contenzioso che rischia, come la storia di via Quarto insegna, di essere molto pesante.