Ok alla pesca sportiva da riva con canna nei laghi pubblici e nei canali del Parco nazionale del Circeo, ma quest'anno il numero delle autorizzazioni che potranno essere rilasciate è inferiore.
A prevederlo è la proroga del disciplinare firmato dal presidente dell'Ente Parco Gaetano Benedetto.
Come si legge nel documento, si tratta di una decisione adottata in via prudenziale per ragioni di natura ambientale.
La storia di questo disciplinare è travagliata.
L'adozione fa fronte alle tante istanze pervenute dal territorio, dove la pratica della pesca sportiva è sempre stata praticata.
Tutto sta, però, a renderla compatibile con la tutela dell'area protetta.
Col tempo, infatti, sono state adottate diverse prescrizioni, tra cui, per fare un esempio, il divieto di pescare anguille (per dieci anni dal 2016).
Alcuni adeguamenti sono arrivati anche a seguito di segnalazioni dell'ex corpo forestale dello Stato, che nel 2013 ha segnalato delle criticità per delle interferenze nei confronti degli uccelli migratori durante il periodo estivo.
Alla fine, però, l'attività è stata comunque garantita ed è stato previsto un limite massimo di autorizzazioni pari a 500.
In totale non ne sono state rilasciate, in media, più di 200.
Quest'anno, tuttavia, il numero è stato abbassato a 300.
Una scelta prudenziale, dicevamo, dettata dalla necessità di tutelare l'ambiente.
Il sistema lacuale è infatti caratterizzato da parecchie criticità, soprattutto, come si specifica nel documento amministrativo, «al riguardo degli scambi con il sistema marino e della circolazione delle acque».
Ok quindi alla pesca, ma con parecchie prescrizioni.
E solo per chi è autorizzato e in regola con il pagamento dei diritti demaniali.