Frenata brusca al consumo di suolo all'interno del Parco nazionale del Circeo, anche se restano i danni del passato. È questo il quadro che emerge dall'analisi portata avanti dall'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e pubblicata nei giorni scorsi. Ed è dalla stessa ricerca che emerge anche un altro dato, ossia un maggiore consumo fra Sabaudia e Pontinia. Anche per far fronte a nuove esigenze abitative.
Nel 2017, il consumo pro capite di suolo (quindi il rapporto fra metri quadrati ed abitanti) a livello comunale è stato fra 450 e 650 metri quadrati sia a San Felice che a Sabaudia e Pontinia. Ci sono delle differenze, tuttavia, per quanto concerne la densità dei cambiamenti. Il rapporto in questo caso è di metri quadrati su ettari fra il 2016 e il 2017. A San Felice siamo a meno di 0,25 metri quadrati su ettaro; a Sabaudia e Pontinia, siamo tra 1,50 e 5,00 metri quadrati su ettaro. Una conferma arriva anche dal consumo di suolo pro capite. A San Felice è al di sotto di 0,5 metri quadrati per abitante; a Sabaudia si attesta fra 1 e 2 metri quadrati per abitante; a Pontinia sale a 2-4 metri quadrati per abitante. In quest'ultima città si registra una ripresa dell'edilizia soprattutto di tipo residenziale.
Un discorso a sé lo merita l'area protetta, cioè il Parco nazionale del Circeo. Gli effetti della cementificazione selvaggia degli anni passati (il "Sacco del Circeo" insegna) sono sotto gli occhi di tutti. Quella del Circeo è infatti la terza area protetta su scala nazionale per consumo di suolo: è pari al 7,2% (2017). Ma la cementificazione, forse complici anche la crisi e controlli più serrati sul territorio, ha subito uno stop notevole. Fra il 2016 e il 2017 l'incremento è stato dello 0,04%, che in ettari equivale allo 0,2%. È il segno, forse, che si è capito che le potenzialità di quest'area non sono legate al cemento. Anzi, tutt'altro.