Niente più parcheggio gratuito per i disabili a San Felice Circeo, chiamati a pagare la sosta sulle strisce blu a differenza di quanto accade per auto ibride o elettriche, nonché per i residenti con più di 65 anni. Una scelta che al Circeo, dove le strisce gialle si contano sulle dita delle mani, stride con la volontà di abbattere le barriere, architettoniche e non solo, per favorire una mobilità davvero alla portata di tutti. È un impegno, quest'ultimo, che da anni porta avanti Iacopo Melio, promotore della campagna di sensibilizzazione #vorreiprendereiltreno, diventata una onlus con 263.000 sostenitori. A Melio, vincitore del Premio del Cittadino Europeo 2017, abbiamo chiesto un commento sul dietrofront del Comune in merito ai parcheggi gratuiti per disabili.
Molto spesso si parla di voler abbattere le barriere (architettoniche e non), poi in una località turistica come il Circeo, però, si va in direzione contraria. Cosa ne pensa della decisione di voler eliminare la gratuità dei parcheggi sulle strisce blu, sebbene sul territorio vi siano pochissime strisce gialle?
Quello del parcheggio riservato è un diritto sacrosanto per i cittadini con disabilità. Posso capire la non gratuità dei parcheggi privati, quelli gestiti da aziende terze, ma un parcheggio pubblico dev'essere garantito a chi ha una mobilità ridotta, proprio per cercare di risparmiarmi un numero maggiore possibile di ostacoli lungo il percorso. Oltretutto, non pensiamo solo a chi si sposta in carrozzina ma anche a chi ha malattie "invisibili" come quelle cardiache, e che quindi non può percorrere tratte lunghe a piedi. In estate più che mai, viste le temperature, arrivare con la propria auto più vicino possibile alla destinazione è il minimo che si possa pretendere.
Cosa potrebbero fare i Comuni, nel loro piccolo, per agevolare la mobilità sul territorio anche per le persone diversamente abili?
Eliminare le barriere, semplicemente: dalle buche nell'asfalto ai marciapiedi senza scivolo, dagli esercizi commerciali privi di rampe alle infrastrutture negli edifici pubblici. Senza dimenticare la tutela degli spazi che devono essere garantiti per diritto: ogni giorno troviamo auto parcheggiate ovunque, in città, dalle strisce pedonali agli scivoli dei marciapiedi, fino ai parcheggi riservati occupati abusivamente. Se un Comune multasse realmente questi trasgressori ne ricaverebbe una risorsa non da poco, da poter successivamente investire in politiche volte all'accessibilità. Infine, non dimentichiamoci dei PEBA (piani per l'eliminazione delle barriere architettoniche): fondi nazionali, statali, che vengono garantiti per diritto, ogni anno, ma che i Comuni troppo spesso si dimenticano di richiedere per pura negligenza e distrazione.
Che suggerimento potrebbe dare, in base alla sua esperienza, all'amministrazione?
Fare una mappatura esaustiva del territorio, costituendo un elenco ufficiale delle barriere architettoniche ordinate secondo la loro criticità. In questo modo, trovati i fondi (sia dal PEBA, ogni anno, che dalle multe o attraverso altre manovre non certo complesse), si potrà così iniziare ad abbatterle, passo dopo passo.