Un alto numero di sfratti è causato dalla morosità. Almeno il 90%. E' quello che emerge nel 2017 in base ai dati forniti dal Ministero dell'Interno Ufficio centrale di Statistica con una flessione del 6,7% dei provvedimenti emessi rispetto all'anno precedente (da 59609 a 61718). In tutto il Lazio sono stati 5365 i provvedimenti di morosità che hanno interessato il capoluogo di cui 1866 nelle province per un totale di quasi 8mila procedimenti(7991). Per finita locazione a Latina città sono stati 37 mentre in provincia e in particolare nel capoluogo sono stati 156 per morosità mentre nel resto della provincia sempre per morosità ben 246 per un totale di 439. E' un numero imponente che rispetto allo stesso periodo precedente equivale ad un aumento di 17 punti, il più netto in tutto il Lazio dopo quello di Viterbo che è a quota 34.
E' evidente spiega Ivana Veronese, segretario confederale della Uil come l'offerta di immobili residenziali appare oggi del tutto inadeguata a far fronte a tale domanda quantitativamente e qualitativamente crescente, anche in considerazione del fatto che il numero di abitazioni in locazione, già da tempo di dimensioni limitate, ha subito un progressivo ridimensionamento. Si rende
quindi oramai imprescindibile la ripresa di una strategia politica nazionale in assenza della quale è messo in pericolo il ruolo stesso delle città in termini di produzione di ricchezza e innovazione, offerta di lavoro e servizi avanzati. In sostanza il vero tema è come mettere sul mercato immobiliare un maggior numero di case ad un costo, soprattutto per l'affitto, compatibile con il reddito della maggioranza delle persone.
I numeri che riguardano la provincia di Latina testimoniano come sia sempre crescente il numero di famiglie che ha difficoltà nel pagare l'affitto per l'abitazione, non soltanto nelle grandi città dove i canoni di locazione hanno raggiunto costi elevatissimi ma anche in altri centri e quindi in provincia.
La flessione, andando ad analizzare il dato nazionale, riguarda il Piemonte e poi l'Emilia Romagna, la Liguria, in contro tendenza l'Abruzzo invece e nel Lazio proprio nel capoluogo pontino la situazione sembra essere la più critica sotto diversi profili.