Solo dieci anni fa nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo che a smaltire le pratiche di condono sarebbero arrivati professionisti esterni. C'erano i progetti "obiettivo", finanziati con le risorse della contrattazione decentrata e dunque destinati a gruppi di dipendenti comunali per il lavoro extra. Erano tempi d'oro per le casse comunali, in tutti i sensi: da un lato il personale non mancava, dall'altro i soldi del "Fondo" erano abbondanti e ben distribuiti. Situazione agli antipodi, quella odierna, che vede il Comune costretto ad immaginare un affidamento in appalto a terzi per smaltire le circa quattromila pratiche di condono edilizio ancora pendenti, alle quali non si riesce a metter mano più nemmeno con gli straordinari.

Finiscono i cantina dunque le famose delibere che servivano di volta in volta a rinnovare i progetti obiettivo relativi alle tre leggi di condono vigenti in Italia. La prima delibera risale al 1995, a seguire quella del 1996, poi nel 2001, e ancora nel 2002 (ben quattro), e ogni anno fino al 2014, quando tutto si è fermato per il dissesto finanziario. Dal 1985 al 2003 sono stati tre i provvedimenti del governo per condonare gli abusi edilizi. Una marea di richieste di sistemare pertinenze e aggiustare irregolarità, grandi o piccole, che ad oggi si contano in circa 14 mila ma di cui 4.366 sono quelle che restano da smaltire. Il che vuol dire svolgere incombenze tali da far drizzare i capelli a uno squadrone di burocrati. Che fare? I conti si fanno facilmente: il settore Vigilanza privata coordinato dal dirigente Claudia Romagna conta 4 dipendenti, tre a partire da dicembre per un pensionamento. Impossibile far conto su lavoro straordinario. Ma ballano oltre sei milioni di euro tra oneri concessori, oblazione e diritti di segreteria. Un tesoretto. E allora si pensa all'appalto esterno, per raggiungere il risultato di «dare risposta ai cittadini in tempi certi», ma anche, scrive il dirigente «una rapida ripresa dell'attività edilizia per effetto della regolarizzazione di circa 4.000 costruzioni».

L'amministrazione comunale ha deciso di dare in appalto il servizio e rottamare i progetti interni che vanno avanti da decenni, preferendo dei professionisti esterni ai quali riconoscere un percentuale. La gara sarebbe comunque finanziata dagli oneri concessori pagati dai privati che ottengono la risposta. Risposta fino ad ora spesso rimasta in un limbo per anni. Secondo quanto in possesso dell'Edilizia privata, sono quasi sei milioni gli oneri concessori previsti, solo 2.6 quelli incassati. Le oblazioni per circa 605 mila euro, sono entrate solo per 130 mila euro. Stessi importi più o meno per i diritti di segreteria. Ma le somme precise non sono rese note in delibera perché sanno il dipartimento finanziario non li ha trasmessi, scrive il dirigente in delibera.