Nessun albero del territorio della Città Metropolitana di Roma - Capitale esclusa - è stato ritenuto meritevole di essere inserito nell'elenco nazionale delle piante monumentali, pubblicato dal ministero per le Politiche agricole e forestali e aggiornato lo scorso 9 agosto.

Lo si apprende proprio dai documenti pubblicati sul sito del dicastero e da quanto dichiarato in una nota dai rappresentanti dell'associazione "Latium Vetus" di Pomezia, che hanno colto l'occasione per riaprire la riflessione sul taglio dei maestosi platani avvenuto nei mesi scorsi all'interno del borgo medievale di Pratica di Mare, di proprietà privata ma per secoli aperto al pubblico.

«Dopo oltre cinque anni dall'approvazione della legge - si evidenzia nella nota -, quasi tutti i Comuni risultano inadempienti circa il censimento degli alberi monumentali e quindi per la loro tutela e la loro salvaguardia. Nell'elenco approvato dal ministero per le Politiche agricole e forestali lo scorso 9 agosto 2018 non compare alcun albero della provincia di Roma. Eppure, paradossalmente, un censimento fu effettuato nel 2011 dalla Città Metropolitana di Roma. Si potrebbe ripartire immediatamente da quello. Ma sembra, invece, che le Giunte e i Comuni dell'Area Metropolitana di Roma, al di là di qualsiasi schieramento politico, prediligano la piantumazione di giovani virgulti alla tutela e alla salvaguardia delle piante monumentali».

Poi il passaggio su Pratica di Mare: «Ci sarebbe da chiedersi se, tramite il censimento - conclude la nota -, sarebbe stato possibile salvaguardare maggiormente i platani ultracentenari di Pratica di Mare, rimossi l'anno scorso».

Al netto del discorso su Pratica di Mare, comunque, è verosimile che in diversi punti del territorio provinciale di Roma - e dunque, per quanto di nostro interesse, nei territori litoranei di Pomezia, Ardea, Anzio e Nettuno, oltre che nella zona compresa fra Velletri, Lariano e Artena - esistano piante meritevoli di essere inserite nell'elenco regionale e nazionale degli alberi monumentali.

Starà ora ai Comuni dell'hinterland capitolino effettuare le rispettive valutazioni, consentendo così la salvaguardia di alcuni patrimoni ambientali di notevole interesse naturalistico e - perché no - storico.