Dolore e rammarico: non ci sono altre parole per descrivere cosa ha portato la morte di centinaia di donne e uomini naufragati nel mare italiano. E sono proprio queste le parole che usano anche le Acli provinciali di Latina che, oltre alla costernazione, hanno sollevato anche perplessità per la permanenza delle imbarcazioni a largo, senza possibilità di approdo. Il messaggio è chiaro: «Consapevoli della difficile situazione relativa alla gestione del fenomeno delle migrazioni e della difficile responsabilità di governo, le Acli chiedono comunque un atto di misericordia alle Istituzioni, dando accoglienza immediata».
L'appello è rivolto al presidente della Provincia e a tutti i sindaci, per lanciare un messaggio di disponibilità al Governo italiano. Ma oltre a ciò, le Acli lanciano un appello ancora più forte ai cittadini per chiedere di sostenere le prese di posizione degli stessi sindaci che si muoveranno in tal senso.
«Non comunichiamo oggi riflessioni politiche o ragionamenti socioeconomici - si legge nella nota - ma affermiamo il principio di fraternità, nella visione laica e cristiana. Su donne e uomini che muoiono non possiamo rimanere inermi. Le Acli provinciali di Latina sono al fianco dei cittadini e dei sindaci che affermano la volontà di accoglienza delle navi attualmente in mare aperto. Le istituzioni per il futuro hanno l'obbligo, la responsabilità, poi, di risolvere il problema con intelligenza e sensibilità politica, non esasperando le posizioni sulla sofferenza. Le Acli provinciali di Latina sostengono la scelta della Regione Lazio di continuare ad offrire le cure sanitarie a tutti, italiani e non. La comunità pontina si è costituita nella integrazione tra veneti, campani, siciliani, calabresi, dalmati, ungheresi, tripolini, rumeni, indiani e cinesi, non possiamo avere paura».