Operatori sociali, traduttori, psicologi, assistenti, autisti, tecnici, docenti. E ancora proprietari di case, di locali commerciali, piccole aziende, fornitori, artigiani. C'è una piccola economia su scala comunale che gravita intorno ai progetti Sprar, che gestiscono l'accoglienza dei migranti. È scandita nei piani finanziari annualmente approvati dalle amministrazioni comunali, per la richiesta dei finanziamenti al governo centrale. Professionisti, tecnici e aziende, ma anche semplici proprietari, nei piccoli paesi riescono a lavorare senza andare troppo lontano, proprio grazie al sistema d'accoglienza denominato Sprar, orientato su piccoli numeri. Il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati è presente ad esempio a Itri e Lenola. E puntualmente compare una piccola economia aggiuntiva, fatta di acquisti, trasporti, forniture di beni e servizi, somministrazione di progetti e corsi per l'integrazione, tirocini presso aziende. Soldi che restano sul territorio. A Lenola, ad esempio, dove è stato appena approvato il piano 2019 dello Sprar per l'accoglienza di 20 migranti, si parla di circa 300 mila euro l'anno. Quasi un milione di euro in tre anni. Sembrano tanti per 20 persone ma se si considera che si parte dall'accoglienza base per arrivare a scuola, corsi, trasporti, assistenza legale, burocratica, sanitaria, si capisce subito che viene mobilitata una mole non indifferente di professionisti. Il Comune finanzia solo 50 mila euro nei tre anni, il resto viene dallo Stato. Interessante sapere che i "pocket money", i soldi che vengono dati ai migranti, in contanti ai migranti, sono 14 mila euro l'anno. Un terzo dei 300 mila euro viene speso invece proprio per il personale stabilmente impiegato. Centomila euro l'anno per operatori sociali, interpreti e mediatori culturali, avvocati, addetti alle pulizie, assistenti sociali e psicologi. Restano sul territorio anche i 45 mila euro l'anno che si spendono per affitto locali, condominio, cauzioni, pulizie, utenze. A Lenola si pagano circa 11 mila euro al mese per gli alloggi dei migranti a proprietari privati. Per la fornitura di vivande fresche, come la carne, si resta a Lenola, come si resta a Lenola per attivare progetti di educazione alla cittadinanza, o di attività fisica, con convenzioni con palestre, istruttori, educatori, operatori.
I numeri dell'occupazione dello Sprar sono alti anche a Itri. Dove nel 2019 il piano finanziario prevede, per il solo costo del personale, 119 mila 624 euro, quasi interamente finanziati dallo Stato. Altri ottomila euro vengono spesi per i servizi di tutela. Insomma, con l'accoglienza dei piccoli numeri si fanno discreti numeri per l'occupazione. È proprio la spesa del personale a rappresentare buona parte del budget. Proprio con insegnanti e mediatori, assistenti e psicologi è possibile la riuscita dei progetti. Senza competenze, l'integrazione è destinata a fallire. Non si spiegherebbe perché le giunte, nonostante il tema "caldo" dell'accoglienza, proseguono dritti come i treni a praticare gli Sprar.