Servono più alberi nel parco Falcone e Borsellino, il vero polmone verde della città. L'appello arriva dalla locale sezione di Italia Nostra che ha approntato uno studio sul tema, analizzando il numero di alberi tagliati e crollati negli ultimi anni e analizzando il fabbisogno che i Giardinetti hanno di verde adeguato.
Ecco la relazione della sezione locale di Italia Nostra:
"Nelle nostre cittaÌ un polmone verde eÌ necessario. Latina lo possiede; fu progettato all'attodella sua fondazione: sei ettari di verde organizzato, destinati alla pubblica fruizione, collocati nel centro, con una distribuzione di viali e passeggiate ombrose che insistono su un disegno"forte". Non si sa di sicuro chi abbia operato la scelta delle essenze e la loro collocazione nel disegno di base: palme e ligustri sul perimetro delle due esedre simmetriche all'ingressosud; i classici doppi filari di pini e lecci lungo la strada che lo attraversa longitudinalmente; filari di pini lungo le altre strade; alcune piazzole circolari erano contornate da importanti alberature. Per molti anni il settore sud-ovest era stato utilizzato come vivaio comunale.
Da alcuni anni il parco eÌ ferito. Si eÌ consapevoli di quanto un "bosco" rigoglioso in un centro urbano sia utile a contrastare l'inquinamento causato dal traffico veicolare e a migliorare la salute dei cittadini noncheÌ a rendere alto il livello del decoro urbano.
Che i parchi ricchi e curati esaltino la bellezza dei luoghi e inducano rispetto, lo sapevano di certo quegli alunni del Liceo Majorana, seguiti dalla professoressa Maura Della Rocca, che nel 1997 hanno elaborato un utilissimo studio-censimento sul Parco comunale, producendo una planimetria con il rilievo di tutte le essenze e altre notizie utili per poter effettuare una costante e proficua opera di salvaguardia e manutenzione. Un'immagine nondifforme, in veritaÌ, da quella che appariva nel 1987, quando nel supplemento di un settimanale che riportava le piuÌ interessanti e insolite piazze d'Italia, era stata collocata, in prima pagina, proprio Latina e la sua "Piazza del Parco". Si coglieva ancora la presenza delle due esedre composte da palme e ligustri poste all'ingresso sud, poi scomparse: unaper l'ampliamento del Circolo del Tennis, l'altra per il deperimento totale delle essenze arboree; mentre era ancora presente la corona di querce rosse, nel tempo morte, delimitanti una delle piazzole. Ancora un documento prezioso, su cui abbiamo potuto rilevare e confrontare quanto patrimonio arboreo, quanti interi filari di specie messe a dimora all'atto dell'impianto, si siano persi nel giro di poco piuÌ di 20 anni.
Da tempo, vedendo cadere, spesso in diretta, gli ormai maestosi pini, o incontrandotronchi tagliati in cui leggere l'etaÌ della pianta recisa, ci si eÌ resi ancor piuÌ consapevoli di quanto valore puoÌ avere avuto questo patrimonio arboreo lasciato invecchiare da solo e senza grandi attenzioni, pensando che potesse resistere in eterno.
A mancanza di cure e vetustaÌ si aggiungano anche gli atti vandalici costantemente inflitti ai maestosi rami bassi dei cedri e a quelli di cui sono stati oggetto gli aceri, medianteun'azione rovinosa. Anche gli improvvisi e violenti eventi atmosferici hanno contribuito pesantemente alla decimazione delle piante.
Da quanto rilevato (senza qui riportare l'elenco dettagliato delle specie arboree), possiamo riassumere quante piante sono venute a mancare in circa vent'anni:
- 78 alberi ad alto e medio fusto (Pini, Querce, Cedri, Aceri, Eucalipti, Alberi dellaCanfora, Robinie, Mimose,... compresi i Pini lungo il marciapiede di Via Filzi), morti in piedi, caduti, o tagliati percheÌ pericolanti o malati. Da aggiungere i due tagliati in questi giorni;
- 33 Palme distrutte dal Punteruolo Rosso;
- piuÌ 180 piante tra alberelli (Pruni, Allori, Ligustri,...) e arbusti, questi ultimi in gran parte eliminati in una politica di pulizia radicale di alcuni anni fa (2006);
- 8 alberi importanti (Cedri, Querce Rosse, Cipressi, Aceri) sono in stato deperente;
- un Cedro, 3 grossi Pini e un Cipresso sono fortemente inclinati;
- quasi tutti gli eucalipti rimasti sono malati;
- di minore importanza, ma anche la siepe di Pyracantha che stava lungo tutta la recinzione, eÌ scomparsa.
Secondo calcoli approssimativi, basati su una media dell'estensione delle chiome delle alberature perse, proiettata su una ipotetica superficie, risulta l'avvenuta sottrazione di piuÌ di 7.000 mq utili per l'assorbimento di anidride carbonica; tra le essenze che avrebbero garantito tale apporto di ossigeno eÌ qui opportuno annotare la scomparsa di alberi dellacanfora, pini d'Aleppo, robinie e mimose, tra l'altro di grande e rilevante visibilitaÌ e profumazione. Da notare che in via F. Filzi era presente un doppio filare costituito da circa 20 pini, uno interno al parco, l'altro lungo il marciapiede, ora ridotto a soli tre pini e quattro eucalipti malati.
L'immagine del parco si eÌ decisamente deteriorata, anche se nella vista d'insieme nonappare. Lo si nota principalmente passeggiando quando si incontrano numerosi tronchi tagliati alla base, zolle di pini che si sono ribaltati, cedri morti in piedi, tronchi di aceri sbriciolati da funghi e malattie, maestosi rami di cedro pendenti o strappati
Il Parco, un ecosistema nato con la cittaÌ, eÌ attualmente l'unico parco del centro storico; un vero polmone di benessere. Si sa bene che solo un'azione costante garantiraÌ risultati sempre piuÌ consistenti per recuperare in pieno la sua funzione salutare e la sua valorizzazione.
L'area di risulta conseguente all'eliminazione delle giostre, ancor piuÌ evidente dopo i recenti tagli di due grossi alberi adiacenti, richiede un urgente intervento di piantumazione del verde. Inoltre lo spazio riservato ai giochi con gli scivoli e la ghiaia dovrebbe essere recintato per evitare che i cani ci lascino i propri bisogni, e tanti ragazzi non piuÌ bambini ritrovino la sera un rigurgito di fanciullezza utilizzando gli scivoli.
Cipressi e lecci sono alberi duraturi e difficilmente si ammalano; anche se attualmente si tende a non piantare nuovi pini a causa delle loro radici superficiali e al loro possibile crollo, non neghiamo che ci piacerebbe che fossero riequilibrati i filari sdentati, ma seguendoli nella crescita al fine di farli sviluppare con il tronco dritto e la chioma regolare. Il pino nella sua varietaÌ di specie eÌ un albero che eÌ entrato pienamente nella cultura del paesaggio urbano mediterraneo, cosiÌ come lo erano le palme (anche se ritenute specie contaminanti), orascomparse, presenti nelle cittaÌ di fondazione e che ne rappresentavano un'immagineintegrata con gli edifici del 900.
La sezione di Italia Nostra di Latina, anche a seguito alla fortunata ricorrenza della Festa Nazionale degli Alberi che ha voluto fortemente onorare con il proprio impegno, auspica chel'Amministrazione Comunale rivolga un'attenzione particolare al Parco Falcone e Borsellino e operi, forte di una sana coscienza ecologica, interpretando la specificitaÌ del luogo in un programma, in prospettiva, di accresciuta vivibilitaÌ, di equilibrio ambientale e di salvaguardia della biodiversitaÌ, senza dimenticare una costante oculata azione di manutenzione periodica con arricchimento e sostituzione di piante per poter ricreare un rigoglioso "bosco in cittaÌ".