L'offerta di Schiaffini Travel alla gara 170 per il trasporto pubblico locale nel comune di Latina, poi vinta dal raggruppamento di imprese Csc era inadeguata, e legittima è stata la sua esclusione. Lo ha stabilito la quinta sezione del Consiglio di Stato con sentenza pubblicata oggi. Schiaffini, partecipata al 30% di Atral, ex gestore del tpl, aveva contestato la sua esclusione dalla gara perdendo già in primo grado al Tar con i giudici che avevano obiettato alla società di avere solo 33 mezzi per il servizio a fronte dei 44 prescritti dal bando; inoltre aveva messo a disposizione 13 bus da 7-8 metri circa che non risultano corrispondenti alle esigenze di servizio. Schiaffini aveva appellato la sentenza al Consiglio di Stato ma i giudici hanno dato nuovamente torto alla ricorrente, condannandola a pagare 5mila euro in favore del Comune di Latina. I giudici nel dispositivo scrivono che "l'appello è infondato, posto che, in sintesi, la legge di gara poneva in modo chiaro e tassativo a tutti i concorrenti l'obbligo di indicare un numero minimo di 44 mezzi, aventi determinati requisiti quantitativi e qualitativi (tra cui l'anzianità massima di 16 anni), da adibire al servizio sin dal primo giorno di avvio". Secondo i giudici tale dichiarazione riguardava un requisito costitutivo dell'offerta, non integrabile successivamente, come ha fatto poi Schiaffini, pena la lesione della par condicio. "L'appellante Schiaffini non ha offerto un numero di mezzi adeguato in quantità e qualità al requisito inderogabile posto dagli atti di gara e la Commissione di gara, non avendo sul punto discrezionalità alcuna, ha disposto legittimamente la sua esclusione dalla gara". L'affidamento del servizio di trasporto urbano è stato oggetto di un fuoco di fila di contestazioni giudiziarie che ha pochi precedenti con tre diverse impugnazioni al Tar su un appalto che valeva oltre 23 milioni di euro. Ora con queste pronunciamento definitivo potrebbe decadere l'interesse anche sugli altri ricorsi.