Un provvedimento «illogico, irragionevole e contraddittorio rispetto a tutti gli atti del procedimento amministrativo interessato». Questa la sintesi della diffida presentata dai consiglieri comunali di minoranza di Lenola Andrea Antogiovanni, Pasqualino Guglietta, Paola Izzi e Carlo Pietrosanto, in 10 pagine indirizzate al sindaco Fernando Magnafico, al segretario comunale Maria Pia Fiore, al Rup Sandro Rosato, tutti gli assessori , al delegato al personale Mauro Simone.
Tutti invitati a «non dare esecuzione al decreto sindacale 1 dell'11 febbraio 2019», ovvero alla nomina di Responsabile del servizio Affari generali della dottoressa Sara Cuomo, dopo la selezione che l'aveva vista partecipare al concorso e arrivare seconda, dopo il candidato Antonio Damiano. Per l'opposizione, la selezione è avvenuta contraddicendo lo spirito del bando, a cui si è dato il valore di lex specialis della procedura concorsuale. La dottoressa Cuomo, indicata dal sindaco perché in possesso della laurea in Giurisprudenza e in procinto di divenire avvocato, non avrebbe invece i requisiti chiesti dal bando, non almeno nella stessa misura del dottor Damiano. I requisiti indicati dal sindaco come preferenziali, secondo la minoranza, «esulano dalla indicazione del bando originario».
È stata la stessa giunta a dare gli indirizzi per il bando, prediligendo la competenza e l'esperienza. L'articolo 110 del Tuel, ricordano poi dall'opposizione, parla anch'esso di «possesso di comprovata esperienza pluriennale e specifica». Per la minoranza, il ruolo di avvocato non è contemplato nel bando e nemmeno potrebbe essere esercitato nel contesto dell'area di assunzione. Insomma, una procedura viziata e da annullare, perché, conclude il gruppo consiliare «siamo di fronte ad una arbitraria interpretazione e applicazione delle norme di legge». Il sindaco, invece, proprio in virtù di un incarico articolo 110 del Tuel, ha esercitato il suo potere discrezionale.