La società Servizi Industriali ha impugnato la sentenza del tribunale di Roma, sezione Imprese, che le riconosce "solo" un risarcimento di 560 mila euro, in luogo di una richiesta al Comune che supera i 10 milioni di euro. È notizia di ieri che un ricorso di oltre 250 pagine è stato presentato dai legali della società gestita dal gruppo Fatone a poche settimane dalla sentenza di primo grado, arrivata dopo oltre due anni, che ridimensionava le pretese del privato contro l'ente municipale. Secondo il poco che trapela, la società dei rifiuti con un corposo documento ribadirebbe punto per punto le proprie ragioni in merito alle penali applicate dal Comune, alle richieste di pagamento dei servizi aggiuntivi eseguiti ai tempi dell'appalto e via dicendo. La battaglia legale non finisce. E ce n'era un vago sentore già all'indomani della sentenza.

In questi giorni di attesa, il Comune ha comunque già liquidato parte del debito. Quello al quale era stata condannata in solido con la società verso una cinquantina di operatori ecologici, che dovevano ricevere delle spettanze in realtà mai erogate. Così facendo, di fatto si sono messi in salvo gli ex dipendenti, alcuni dei quali peraltro oggi sono passati alla nuova società.

Per il resto, si torna in aula. L'avvocatura comunale già è al lavoro. Nel primo grado sono state prodotte migliaia di pagine. Il contenzioso, come è noto, ruota intorno a tutti gli adempimenti contenuti nel contratto di servizio. La applicazione delle penali inflitte dal Comune, il pagamento dei canoni mensili, i risarcimenti dei danni chiesti per presunti inadempimenti dell'ente, il pagamento dei servizi aggiuntivi, fino all'adeguamento Istat. Tutto sorto quando la società ha lasciato il Comune in forza di una sentenza del Consiglio di Stato, che ha riconociuto vincitrice della gara d'appalto l'ati De Vizia/Urbaser. Il ricorso in appello della Servizi industriali mette di nuovo in discussione i soldi accantonati dall'ente fino a ieri proprio per far fronte ad eventuali risarcimenti. La somma di un milione e mezzo di euro sarebbe stata utilizzata solo in parte per pagare i 560 mila euro chiesti dal tribunale, favorendo il ritorno ai cittadini di un milione di euro. Ma era scontato che la società dei rifiuti non avrebbe mollato la presa. Forse anche per questo, non si è provveduto a decurtare subito l'importo tornato disponibile dal Pef del 2019, rinviando tutto all'anno prossimo. E ora, parola al giudice.