Un'altra voce si aggiunge a quelle che hanno dato il via al «dibattito di ritorno» sulla opportunità di realizzare uno scalo civile-commerciale all'interno dell'aeroporto militare Comani di Latina Scalo.
Dopo gli interventi del senatore di Forza Italia Claudio Fazzone e del sindaco di Terracina, Nicola Procaccini, di Fratelli d'Italia, ad inserirsi nel confronto è l'ex deputato Vincenzo Bianchi, peraltro promotore nel 1996 di una proposta di legge per il completamento, ai fini dell'apertura al traffico aereo civile, dell'aeroporto militare di Latina.
«Condivido pienamente quello che sto leggendo in questi giorni sulla questione dell'aeroporto - esordisce Bianchi - e mi è sembrato doveroso offrire un contributo conoscitivo su ciò che si era tentato di fare 23 anni fa».
Sulla scia della proposta di legge, l'allora onorevole Bianchi aveva ottenuto l'avvio di una conferenza di servizi cui avevano preso parte il Comando dell'Aeronautica, la Regione Lazio, la Provincia e il Comune di Latina, l'Associazione degli Industriali, i sindacati.
L'esito della conferenza? «Ci fu una seria e attenta analisi di tutti i fattori in campo, ambientali, sociali, economici, e dopo diverse riunioni apparve evidente che l'ostacolo era rappresentato dalla impossibilità di trasferire altrove la Scuola di Volo dell'Aeronautica - ricorda Vincenzo Bianchi - Trasferire l'intera struttura a Grazzanise avrebbe rappresentato un costo all'epoca insostenibile per il Ministero. Fu inoltre ritenuta impercorribile l'ipotesi di una sovrapposizione delle attività di volo, militari e civili, sullo spazio aereo sovrastante la struttura di Latina».
Condizioni che ancora oggi permangono e che dunque rendono tuttora impraticabile qualsiasi ipotesi di convivenza promiscua al Comani?
«Non è così, perché l'Aeronautica si rese invece disponibile ad un utilizzo dell'aeroporto per il trasporto civile delle sole merci durante le ore notturne, quando le attività di istruzione al volo sono ferme. Ci fu un seguito nelle riunioni della conferenza di servizi, ma la conclusione fu che l'entità degli investimenti necessari per adeguare l'infrastruttura ad un utilizzo promiscuo era sproporzionata rispetto agli eventuali introiti derivanti da un utilizzo soltanto notturno dello scalo».
Dunque, la spesa non vale l'impresa, se parliamo di un uso promiscuo e limitato alle ore notturne per le attività civili, ma ora potrebbe esserci una novità.
«Sì, sento parlare della volontà dell'Aeronautica di trasferire già nel 2020, il prossimo anno, la Scuola di Volo di Latina: se così fosse, non bisognerebbe lasciarsi sfuggire l'occasione per rivedere e rivalutare la fattibilità della riconversione dell'aeroporto militare».
E oggi più di allora, la situazione particolare in cui il territorio provinciale di Latina è venuto a trovarsi impone che si prenda seriamente in esame la possibilità di dotarsi di uno scalo aereo civile, che sarebbe la prima vera infrastruttura pontina dopo cinquant'anni di vuoto.
«La provincia di Latina - insiste Vincenzo Bianchi - è l'unica in Italia a non disporre di un collegamento viario con l'Autostrada del Sole, e questo la pone in uno stato di isolamento insopportabile. Dunque non posso esimermi dal lanciare un appello alla politica, tutta, senza distinzioni di sorta, affinché trovi la capacità di fare sintesi e coinvolgere lo Stato e gli enti locali interessati per portare sul territorio una infrastruttura importante e per dare ai cittadini un grande segnale di rinnovamento, anche culturale, della politica di questo territorio».