La politica si sostiene di buoni propositi e slogan. E uno dei preferiti dell'amministrazione è legato al concetto di bellezza. Coletta si industria da più di un anno a dare alla bellezza un valore specifico e così assolutizzato da averne fatto un assessorato. Un settore omnicomprensivo di decoro, qualità urbana, beni comuni e, appunto, Bellezza, inserito nella macrostruttura dell'ente e finalizzato alla «valorizzazione del patrimonio comunale, della manutenzione degli edifici pubblici, parchi e giardini». L'idea era nobile e importante, il fine pure, ma la realtà oggi disegna un quadro critico e molto lontano dalle buone intenzioni. Di esempi ce ne sarebbero tanti, ma uno in particolare in questi giorni dà l'idea di come si sia lontani dall'obiettivo, mettendo in evidenza la sciatteria, il mancato decoro, l'incuria degli stessi arredi a cui l'ammistrazione aveva dato lustro e importanza appena un anno fa. Parliamo dello stato generale dell'Oasi Verde Susetta Guerrini, il parco più grande della città tra i quartieri Q4 e Q5, oggi invaso da erbacce e dai segni della mancata manutenzione. Oltre a camminamenti pericolosi, tombini divelti, marciapiedi sfondati dalle radici e oltre al problema dell'erba alta, colpisce anche lo stato di abbandono generale del parco. Non si spiega altrimenti il fatto che ancora non sia stato riparato e rimesso in piedi il cartello di intitolazione dell'Oasi, posto qui proprio un anno fa, e che oggi giace abbandonato nel prato da almeno una settimana. Il parco è intitolato a Susetta Guerrini, giornalista locale scomparsa a 39 anni, a cui il Comune di Latina ha voluto ritagliare uno spazio nella toponomastica cittadina nell'ambito delle iniziative studiate per valorizzare figure femminili locali e dar loro risalto attraverso nuove intitolazioni. Un anno fa ci fu una bella inaugurazione, e si parlò dell'importanza dei simboli in relazione all'impegno sociale e professionale della Guerrini. Oggi il simbolo di quei valori che attraverso la giornalista si volevano ricordare, va sicuramente oltre una targa su un paletto di legno ammalorato dalle intemperie. Ma rimettere in sesto in fretta quel paletto e curare il decoro del parco è il minimo che ci si può aspettare dalla città che mira alla bellezza. Quella vera.