Dopo l'ennesimo incarico legale contro giornali e giornalisti, "rei" di aver pubblicato atti d'indagine sul piano integrato, i consiglieri di minoranza hanno deciso di redigere un dossier sulle spese legali sostenute dal Comune di Sperlonga per le querele in difesa della propria immagine. Il segretario provinciale del Pd Claudio Moscardelli, invece, annuncia di aver richiesto sul caso un'interrogazione parlamentare.
«Denunciare i giornalisti perché raccontano fatti sgraditi al sindaco Cusani, per di più con i soldi dei cittadini di Sperlonga, è l'ultima mossa disperata di una maggioranza arrivata al capolinea. La libertà di stampa, la libertà di espressione e il rispetto del lavoro altrui - scrivono dalla minoranza - sono principi irrinunciabili della democrazia, che vanno tutelati contro ogni tentativo di condizionamento e limitazione. Negli anni passati si era persino giunti a denunciare dei ragazzi di Sperlonga per il solo fatto di aver espresso delle opinioni non in linea con quello che doveva essere il pensiero unico dominante. Cambiano i soggetti, ma il metodo è sempre lo stesso. Simili comportamenti non sono tollerabili in un paese che vuole definirsi civile». Ieri la richiesta di accesso agli atti per ricevere copia dei documeti relativi agli incarichi conferiti negli ultimi cinque anni e relativi costi. «Il danno d'immagine - concludono da Sperlonga Cambia - non è certo imputabile a chi indaga sul malaffare o a chi, come la libera stampa, racconta i fatti, ma esclusivamente a un'amministrazione incapace di governare con giustizia e trasparenza. La decisione della giunta non vuole tutelare l'immagine di Sperlonga ma l'immagine del sindaco. Per questa ragione sottoporremo gli incarichi legali affidati dalla Giunta Cusani al vaglio della Corte dei Conti». «La delibera del Comune di Sperlonga per agire in giudizio contro i giornalisti che hanno informato i cittadini dell'informativa dei Carabinieri sulla commissione di possibili reati e di eventuali infiltrazioni della camorra a Sperlonga - scrive su Facebook Moscardelli - rappresenta una modalità intimidatoria inaccettabile. Ho chiesto ai nostri parlamentari di presentare interrogazione e domani - ieri per chi legge, ndr - contatterò il Prefetto per un incontro urgente». Duro anche l'intervento del Sindacato Cronisti Romani. «Il Sindacato dei Cronisti Romani non può accettare che venga intimidito chi quotidianamente svolge il proprio lavoro raccontando quello che accade e ricercando la verità per esclusivo interesse pubblico, per questo è sempre più urgente l'approvazione di una legge contro quelle che sono vere e proprie "querele temerarie". I cronisti e le redazioni dei quotidiani locali sono stati trasformati da chi vorrebbe "spegnere" l' informazione in "buche delle lettere", dove vengono inviati soltanto comunicati stampa da parte delle amministrazioni locali che si sottraggono e sfuggono sempre di più ad interviste e confronti con i giornalisti sui temi più caldi ed attuali delle realtà locali».