La festa per il suo 80° compleanno che le Fiamme Oro gli hanno organizzato a Roma il giorno prima, a seguire un rapido viaggio verso Formia, destinazione Liceo Classico "Vitruvio Pollione", dove nel 1958 tra un allenamento e l'altro presso il centro Coni "Bruno Zauli" conseguì la maturità prima di prendere il volo verso le vette più alte dell'atletica leggera: Livio Berruti, olimpionico di Roma 1960 sui 200 metri, non poteva mancare all'appuntamento che il dirigente scolastico Pasquale Gionta, gli alunni dello storico istituto di Via Rialto, e soprattutto i suoi compagni di classe, di quella storica 3^A che erano tutti in prima fila a salutarlo nell'Aula Magna gremita come nelle migliori occasioni gli avevano dato per omaggiarlo nel modo migliore, e completare così quel cerchio che si era aperto lo scorso anno con la visita di altri studenti storici, come Eddy Ottoz e Giuseppe Gentile. E lui non si è tirato indietro, rispondendo alle tante domande dei futuri maturandi con verve e schiettezza, tanto da far volare via i 50 minuti nei quali si è condensata la sua visita. La medaglia d'oro sul mezzo giro di pista ha subito esordito: «Studiare è fondamentale, specie in una scuola come questa, ma fare sport lo è forse di più. Il sacrificio, la voglia di impegnarsi tutti i giorni aiutano e formano il carattere, ed una cosa di queste aiuta anche nella scuola». Lo stesso ex velocista ha ammonito: «Pensare di lasciare l'attività sportiva, o non farne per nulla, non è certo cosa positiva, perché lo stimolo dell'agonismo, l'abitudine al sacrificio ed anche alla competizione, sono cose buone anche per lo studio; e poi a quell'età -aggiunge Berruti, raccontando una sorta di aneddoto- imparare lingue difficili come il greco ed il latino, a me sono state utili anche per scrivere poesie a qualche ragazza che mi piaceva..». E prima dei saluti, la promessa dell'Assessore del Comune di Formia Paolo Mazza di concedergli la cittadinanza onoraria ed una piccola esibizione tenuta in palestra dai velocisti-studenti Alexander Zangrillo e Carolina Rinnaudo, ha concluso una giornata nella quale la "stella" (come Livio Berruti è stato definito) ha brillato come ai tempi dell' Olimpiade.