Il soccorso al Comune, in causa contro se stesso, arriva dalla Capitale. Sarà l'avvocato Alfonso Celotto del Foro di Roma, a difendere l'amministrazione guidata da Damiano Coletta nel procedimento giudiziario davanti al Tar di Latina avviato dal personale togato in disaccordo con il nuovo regolamento dell'Avvocatura frutto del lavoro e dell'input del direttore generale Rosa Iovinella. Un incarico affidato al professionista romano, che è anche professore ordinario al dipartimento di giurisprudenza all'università di Roma Tre, che costerà al Comune €.19.540, come da determina pubblicata in albo pretorio il 28 agosto scorso. Si tratta di un fuoco amico che ha ben pochi precedenti a piazza del Popolo e che si muove sì sul confine sottile del diritto esercitato in ambito amministrativo ma cela dietro di sé tensioni che vanno avanti da mesi tra Avvocatura comunale e direzione generale. Il ricorso al Tar è stato presentato dagli avvocati Francesco Di Leginio, Paolo Cavalcanti e Cinzia Mentullo, tutti dell'Avvocatura comunale di Latina. I tre professionisti chiedono l'annullamento delle tre deliberazioni (110, 129 e 148 del 2019) della giunta del sindaco D Coletta attraverso le quali è stato modificato e sostituito il Regolamento dell'Avvocatura approvato nel 2011 dal commissario Nardone con i poteri del Consiglio comunale. I tre chiedono anche l'annullamento dei verbali della riunione del Gruppo di lavoro per la redazione dello schema del nuovo regolamento contestato, dei contratti decentrati stralcio del 15 e 18 aprile, delle note della segretaria generale e del dirigente al personale, redatte tra il 9 maggio e il 27 maggio scorso, e di ogni altro atto lesivo dei loro diritti e interessi. I legali dell'ente hanno eccepito sia criticità formali, sostengono la competenza del Consiglio contestando le note di Iovinella con le quali si danno indirizzi sulla base dell'efficacia del nuovo Regolamento, sia sostanziali ritenendo alcuni articoli lesivi della loro autonomia e indipendenza. La vicenda era scoppiata ad aprile quando legali dell'Avvocatura avevano scritto al sindaco e al Segretario generale chiedendo di confrontarsi proprio su quegli articoli considerati un colpo all'autonomia dei professionisti dipendenti del Comune, e dopo una pronuncia qualificata da parte dell'Unaep (Unione Nazionale degli Avvocati degli Enti Pubblici), anche l'Ordine provinciale degli Avvocati aveva ritenuto di doversi spendere a sostegno delle ragioni avanzate dai propri iscritti che prestano la loro opera per il Comune. Il Presidente Giovanni Lauretti aveva incontrato il sindaco Damiano Coletta e ne era venuta fuori la promessa di un aggiustamento capace di dare soddisfazione ad entrambe le parti. Ma così non è stato se si è finiti a carte bollate in tribunale. Una vicenda clamorosa che rischia di squassare il già precario equilibrio dei rapporti interni tra dirigenza e direzione generale dell'ente di Piazza del Popolo.
Il caso
Il Comune paga un avvocato per difendersi dalla sua Avvocatura
Latina - L’ente affida incarico da 20mila euro al legale romano Alfonso Celotto per difendersi contro la sua Avvocatura