Prima che vi sorgessero strade e palazzi, era quasi d'abitudine che nelle vigne e i terreni incolti di cui oggi resta solo qualche fazzoletto di terra nella zona del litorale, durante uno scavo spuntassero delle ossa o degli scheletri. Qualcosa a cui ci si è disabituati dopo la nascita della città moderna lungo il litorale, ma che a ben guardare resta lì, a pochi metri sottoterra. Come è dato modo di riscoprire nei giorni scorsi, nella zona nord della città, dove durante dei lavori di scavo per conto di Enel, una ditta si è imbattuta in una scoperta scientifica di grande rilievo. Sono stati rinvenuti infatti, perfettamente conservati, degli scheletri perfettamente conservati, quattro per la precisione, che fanno ipotizzare con grande probabilità l'esistenza di una vera e propria necropoli, databile all'età imperiale. Una sorpresa per i non addetti ai lavori. Un po' meno per la dottoressa Arianna Muller, archeologa che sta seguendo da mesi i lavori previsti in diverse zone della città, di tanto in tanto puntellati da rinvenimenti. Grazie alla sua presenza per conto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, tutto viene catalogato e registrato, e i lavori possono proseguire. La necropoli (così veniva chiamato il cimitero prima dell'era cristiana) potrebbe essere molto estesa, e non è escluso che ci si trovi davanti ad altri ritrovamenti le corso degli interventi. Due degli scheletri sono al momento completamente scoperti, altri due ancora non del tutto. Sul posto è stata trovata anche un'anfora e, tra i denti, bianchi e perfettamente conservati (probabilmente si tratta della sepoltura di un uomo giovane), una moneta che potrà aiutare gli archeologi nell'opera di una più precisa datazione dei resti. Quanto al tipo di sepoltura, su ogni scheletro sono state trovate posizionate tre tegole trapezoidali e in un caso della calce, quasi a rendere la sepoltura più sicura. Trovata anche un'anfora per contenere libagioni e un'ampollina di vetro.