"Nessun bambino deve essere escluso. Non saranno questioni economiche (e finora non lo sono mai state) né burocratiche ad impedire il servizio. C'è una questione però di responsabilità per cui è necessaria l'iscrizione alla mensa: il pasto deve essere erogato sulla base di indispensabili informazioni che la famiglia del bambino o della bambina è tenuta fornire (eventuali allergie, intolleranze, ecc.)". Così l'assessore all'istruzione del Comune di Latina interviene a margine della riunione con le famiglie avvenuta poche ore fa all'istituto comprensivo Don Milani in merito alla questione di un pasto negato in mensa ad un bimbo di sei anni in seguito al quale è divampata la polemica sia all'interno della scuola che fuori. "Di queste problematiche abbiamo parlato, oggi pomeriggio, in modo franco con i genitori, la dirigente scolastica e la rappresentanza delle maestre e del consiglio di istituto della Don Milani – spiega Proietti -abbiamo raccolto suggerimenti e consigli sia sull'organizzazione del servizio che sulla qualità dell'offerta alimentare". Il disguido accaduto con il bimbo in realtà ha riguardato altre 39 famiglie che non erano in regola con l'iscrizione alla mensa e che erano state avvisate dalla scuola lunedì (il servizio iniziava martedì perché è il giorno in cui la scuola primaria effettua il rientro pomeridiano con uscita dei bambini alle ore 16). Queste famiglie erano state invitate a ritirare i figli martedì prima dell'ora di pranzo fino a quando non avessero regolarizzato l'iscrizione con la mensa. Nel caso della vicenda segnalata dal coordinatore locale di Fratelli d'Italia Gianluca DI Cocco, la famiglia del bimbo non era stata rintracciata e il giorno successivo insegnanti e personale amministrativo si sono trovate a dover gestire il problema: a quel punto il bimbo non è stato ammesso a mensa e sono stati chiamati i genitori per venirlo a riprendere.
"Affinché ciò che è accaduto non si ripeta – spiega l'assessore Proietti - mi impegnerò nel ridurre al minimo le possibilità di errori da parte degli uffici, della scuola e delle famiglie, per esempio proponendo un accordo con le scuole legando l'iscrizione alla mensa all'iscrizione a scuola, quindi già da gennaio. Abbiamo inviato genitori e dirigente a costituire le commissioni mensa, organismo indispensabile ad un controllo efficace del servizio. Abbiamo invitato a comunicare con la scuola e la scuola con il Comune ogni singolo problema con anticipo e con attenzione sentendosi tutti dalla stessa parte, dalla parte dei bambini. Non mi sento di criticare alcuno in questa vicenda, ma sento il dovere di continuare a migliorare l'offerta insieme alle famiglie e alla scuola".
Le parole di Isotton
Intanto anche Lbc aveva preso posizione sull'accaduto con parole tramite la consigliera Loretta Isotton. "E' molto facile attaccare il Comune – ha scritto - facendo leva sull'emotività delle persone, con una strumentalizzazione dal facile e scontato sensazionalismo. Sorprendono in particolare le parole di Di Cocco che, in quanto professionista nel settore della ristorazione da lungo tempo, dovrebbe sapere che l'iscrizione ad un servizio come la mensa scolastica è condicio sine qua non per quel che riguarda la responsabilità alimentare. Attraverso l'atto dell'iscrizione sono infatti le famiglie che si assumono la piena responsabilità di quanto dichiarato, perché un bambino può essere soggetto a determinati regimi alimentari per cause di salute o scelte familiari e questo genere di responsabilità così delicata non può essere scaricata su nessuno, tra Comune, scuola e personale degli istituti comprensivi.
Come medico e come consigliera di un'amministrazione che molto si sta impegnando nel campo della salute alimentare anche a scuola dico quindi che - a queste condizioni - non somministrare il pasto ad un alunno, per quanto spiacevole possa risultare, è stato un atto di responsabilità da parte della scuola".
La replica di Di Cocco
Dura la replica di Di Cocco, diffusa attraverso un video. "Mi dovete spiegare come si può sopportare una cosa del genere, che bambini di sei-sette anni non vengano fatti mangiare quando ai nostri tempi ci sono tanti mezzi per comunicare con i genitori, telefoni, mail, fax. La Isotton parla di atto di responsabilità, e questa risposta merita disprezzo. Se fossi stato io al posto di qualsiasi dirigente scolastico o personale amministrativo avrei chiamato i genitori dicendo: caro genitore, non hai pagato la retta, non hai effettuato l'iscrizione? Non è arrivata l'iscrizione? Oggi facciamo mangiare il bambino, domani però non verrà ammesso a mensa, oppure venite a riprenderlo perché non possiamo somministrargli il pasto. Lbc poteva dire, invece di accampare giustificazioni senza capo né coda: ci siamo sbagliati, abbiamo commesso un errore, chiediamo scusa e troviamo insieme una soluzione".