Valorizzare il territorio tramite la realizzazione di un modello avanguardistico di gestione integrata del patrimonio culturale, sia per quanto riguarda il recupero dell'esistente, sia in merito ai processi di innovazione culturale.

Sono questi alcuni degli obiettivi che si pone il futuro "Sistema culturale integrato delle Città di Fondazione dell'Agro pontino e romano", la cui pre-intesa per la convenzione è stata firmata ieri mattina a Pomezia dalle sette città del Lazio nate in epoca fascista.

Capofila del progetto, che si propone di creare una vera e propria rete tra musei, biblioteche, archivi storici e servizi culturali in genere, è la città di Latina, luogo in cui è partito il percorso che, il prossimo 7 dicembre, porterà alla convenzione vera e propria.

A firmare il patto sono stati il "padrone di casa", ossia il sindaco di Pomezia Adriano Zuccalà, l'assessore di Latina Silvio Di Francia, il vice sindaco di Aprilia Lanfranco Principi, il vice sindaco di Pontinia Patrizia Sperlonga, il consigliere comunale di Sabaudia Francesca Avagliano, il vice sindaco di Colleferro Diana Stanzani e il sindaco di Guidonia Montecelio Michel Barbet.

Queste sette città, infatti, sono quelle che per antonomasia vengono definite di Fondazione: tra il 1932 - ossia l'anno in cui è stata inaugurata Latina - e il 1939 - quello in cui è stato tagliato il nastro a Pomezia -, i nuovi Comuni hanno visto la luce, accomunati per la gran parte dall'architettura razionalista che caratterizza i centri urbani.

Essendo Latina capofila del progetto, il primo intervento della giornata, a margine della firma della pre-intesa, è stato quello di Silvio Di Francia: «I sistemi come quello che vogliamo creare - ha spiegato - fanno emergere i territori: non si integra soltanto l'architettura, ma anche la psicologia delle città che nascono dove prima non c'era nulla, prendono vita dalla fatica della bonifica, dallo strappare i territori alla morte. La città, si diceva in tempi antichi, rende l'uomo libero e dietro a quest'idea esiste qualcosa di più. Recuperare e integrare le Città di Fondazione con uno strumento collettivo - ha concluso - darà una sponda alla Regione per aiutarci in questa impresa».

Fra gli altri interventi, particolarmente incisivo è stato quello di Patrizia Sperlonga, vice sindaco di Pontinia: «La rivalutazione delle ‘Sette Sorelle' arriva grazie alla Regione Lazio, che nel tempo ha scoperto come queste città meritassero una rivalutazione urbanistica, culturale e fossero da riscoprire. Usufruendo di leggi appositamente create, ci siamo mossi e messi insieme, perché soffrivamo di solitudine e spesso anche di antagonismo. Insieme potremo valorizzare il territorio e dare una spinta alla cultura e allo sviluppo del territorio, anche con la creazione di posti di lavoro».