E' possibile replicare il modello Riccione anche a Latina e nella sua provincia? Alla fine la domanda di fondo del convegno di ieri pomeriggio al circolo cittadino era questa. Ovvio che le intenzioni di Miverva e Impresa, le associazioni che hanno organizzato l'evento, non erano quelle di tirar fuori una bacchetta magica e fare ciò che non è mai stato fatto negli ultimi (almeno) venti anni. Certo però un contributo valido ad aprire un dibattito lo hanno fornito. La sala stracolma ha poi premiato l'idea di affrontare questo tema: è evidente l'interesse.
Al tavolo dei relatori c'erano il sindaco di Riccione Renata Tosi, l'assessore allo sport, turismo e grandi eventi del comune romagnolo, Stefano Caldari, la presidente dell'associazione Miverva Annalisa Muzio, il presidente di Impresa Giampaolo Olivetti e il presidente di Confcommercio Lazio Sud Giovanni Acampora. Muzio ha fatto gli onori di casa, provando a spiegare i perché di questa iniziativa. Riccione è, in Italia, sinonimo di divertimento e turismo di successo. «L'idea è nata da un mio viaggio a Riccione – ha spiega l'avvocato Muzio – dove sono poi tornata proprio per incontrare l'assessore Caldari perché mi hanno incuriosito i numeri riguardanti la crescita del turismo sportivo ed invernale a Riccione, la manutenzione di strade e quartieri della città per cui ho pensato che potesse essere interessante farci raccontare le buone pratiche adottate così da potere, magari, prendere spunto anche per il rilancio economico di Latina. E' per questoche ho chiesto a Impresa e Confcommercio di essere al nostro fianco perché non si parlerà solo di eventi e turismo sportivo ma di economia e dunque la presenza degli imprenditori del nostro territorio è assolutamente importante e fondamentale».
L'assessore Caldari ha provato a spiegare il successo del sistema Riccione. Solo snocciolando alcuni dati ha mostrato il gap pauroso che divide Latina dalla Riviera romagnola. Per dirne una basterebbe pensare alle centinaia di strutture ricettive presenti a Riccione contro le pochissime di Latina città, che è il capoluogo e ha chilometri di costa. Caldari ha spiegato anche l'importanza degli eventi sportivi, e degli eventi in generale, capaci di attrarre turisti. A cui poi, però, bisogna anche offrire altro. E qui si entra nella necessità, richiamata anche dal sindaco Renata Tosi, di fare sistema. Insomma, il Comune fa il suo, progetta, propone e programma. Poi però serve chi fa impresa.
In quest'ottica molto sferzanti sono stati gli interventi del presidente di Confcommercio e di quello di Impresa. Giovanni Acampora ha ricordato come «Riccione ha un numero di imprese per abitante che fa paura, 90 ogni mille. E già questo mostra il gap. Sento sempre ripetere che bisogna fare sistema, lavorare in sinergia. Sì però poi non vedo le risposte a queste buone intenzioni. Abbiamo una classe politica che non è evidentemente in grado di ottenere questi risultati. Non abbiamo un'autostrada, mentre Riccione ce l'ha. Non abbiamo un aeroporto, Riccione sì. Sento gente che si sveglia la mattina e dice ecco la Roma-Latina, ecco lo scalo low cost. Tutto per guadagnarsi un titolo sui giornali. Poi non si fa nulla. Senza infrastrutture non abbiamo futuro». Più o meno d'accordo Olivetti. «Tempo fa andai a una riunione a Latina, in Comune. Mi chiesero cosa proponevo per lo sviluppo del territorio. Rimasi stupito. A mio avviso dovrebbe essere il contrario. E' la politica, sono le istituzioni che dovrebbero dare la linea, programmare, pianificare lo sviluppo di una città e di un territorio per i prossimi 10-20 anni. Creare le condizioni affinché chi fa impresa possa lavorare e creare ricchezza per il territorio. Il che porterebbe altro sviluppo», conclude Olivetti.