Svuotata dai sacchetti dei rifiuti e dalla vegetazione spontanea, che per 20 anni hanno rappresentato la metafora del degrado urbanistico e sociale di un quartiere difficile e ricco di contraddizioni, la buca della zona 167 inizia a riempirsi di contenuti: a breve nelle intenzioni dell'amministrazione Terra e dell'equipe multidisciplinare capitanata dagli architetti di "Studio Orizzontale", l'opera compensativa mai realizzata verrà restituita gli abitanti del quartiere Toscanini. A partire dalla parte più bassa del cantiere di "Prossima Apertura", il fulcro di piazza della Comunità Europea, che a dicembre potrebbe già tornare spazio fruibile per i residenti e saranno loro, durante i laboratori tematici e dietro la guida dei progettisti, a completarla realizzando gli elementi di arredo urbano. Un aspetto sottolineato ieri pomeriggio proprio dall'architetto Roberto Pantaleoni, progettista a capo del primo piano partecipativo, che ha guidato il piccolo corteo composto da residenti e curiosi che hanno voluto prendere parte alla visita guidata del cantiere alla quale hanno partecipato anche il sindaco Antonio Terra e l'assessore ai Lavori pubblici Luana Caporaso.
Il primo step dell'opera in fieri prevede la restituzione al quartiere dello spazio della piazza, dove le sedute saranno fulcro del luogo di aggregazione e che sarà accessibile per il momento dai ballatoi di via Parigi e in seguito dalle rampe di accesso che verranno realizzate su via Francia e via Inghilterra.
«Per completare questa area - spiega l'architetto Roberto Pantaleoni - manca la pavimentazione in cemento industriale con delle fughe per garantire il drenaggio. Al centro delle sedute verranno piantumati degli alberi, ma non ci saranno altri elementi di arredo, perché lo scopo di questo spazio sarà proprio quello di ospitare delle iniziative e concerti o altri momenti di incontro». Proprio qui, con il cantiere ancora in corso sul livello superiore, si svolgeranno i laboratori creativi pensati per la partecipazione diretta dei residenti che lavoreranno al completamento delle passerelle realizzate da Studio Orizzontale.
«Sul secondo livello c'è l'area di connessione tra la strada e la piazza e che verrà completata nella seconda fase del cantiere. Verrà realizzata un'altra piccola piazza dotata di una struttura in ferro e una tettoia, uno spazio polifunzionale dotato di attrezzature sportive e giochi per bambini. Nella parte centrale di connessione tra i due livelli verranno poste delle rastrelliere per le biciclette, dal momento che i percorsi saranno ciclopedonali e privi di barriere architettoniche per poter essere fruiti da persone diversamente abili».
L'area infine sarà idealmente collegata al parco di via Francia, dove prenderà a breve forma un orto botanico e un'area per il trekking, alternativa rispetto a viale Europa. Man mano che i tasselli del puzzle verranno messi al loro posto, il cantiere tornerà fruibile ai residenti che per mesi hanno preso parte al processo partecipativo e visto con i propri occhi la trasformazione in corso. Un progetto tanto ambizioso e simbolico, quello promosso dall'amministrazione e dal team multidisciplinare, cofinanziato dal Ministero con 1 milione 500 mila euro, da essere selezionato nell'ambito della manifestazione nazionale che il prossimo 15 novembre si svolgerà la nuvola Lavazza di Torino.
Sarebbe un errore imperdonabile però dare per vinta una scommessa il cui esito sarà certo solo dopo che le luci dei riflettori saranno spente: quando ogni tassello sarà al suo posto e l'opera pronta per essere restituita alla parte sana di quel quartiere, quale invisibile barriera terrà lontane le contraddizioni stesse nelle quali "Prossima Apertura" ha finito per inciampare un mese fa? Chi terrà alla larga il moto distruttivo di chi ha interesse a lasciare quella porzione di Toscanini in un cono di ombra? E' stata proprio una residente durante la visita guidata a prendere coraggio e porre la domanda: «Ci saranno le telecamere di videosorveglianza - hanno spiegato progettista e direttore dei lavori - ma la prima forma di tutela è la condivisione e l'affezione dei residenti: sentendo questo spazio come loro vorranno preservarlo da atti vandalici e tentativi distruttivi».