L'inclusione non è una cosa facile. E non si tratta di facilitare la vita agli altri, bensì rendere la loro vita pari a quella degli altri. Si prenda ad esempio lo sport: è più importante far partecipare e far gareggiare che far vincere. Sono questi gli insegnamenti di Eunice Kennedy Shriver, fondatrice degli Special Olympics e a cui la città di Latina, questa mattina, ha dedicato un monumento e intitolato un'area di Parco San Marco. È successo alla presenza del nipote, Samuel Kennedy Shriver, del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, del sindaco Damiano Coletta, dell'assessore regionale Paolo Orneli, del vice presidente Special Olympics Alessandro Palazzotti e del presidente della Fondazione Varaldo Di Pietro, Giovanni Di Pietro. Tutti testimoni di un importante appuntamento, dove la parola d'ordine è stata "inclusione". Lo spunto, naturalmente, è proprio quello che la scultura Deus Ex Machina rappresenta, ossia il ricordo di quanto fatto da Eunice Kennedy Shriver, che ha reso lo sport un qualcosa di tutti. Ma l'inclusione è anche abbattere muri, accogliere, aiutare chi ne ha più bisogno. L'opera, realizzata dall'artista pontina Giovanna Campoli, è stata donata dalla fondazione Di Pietro a dieci anni dalla scomparsa di Eunice Kennedy Shriver.

"Siamo tutti qui per contribuire ad una grande impresa, anticipata da tre Inni: quello di Mameli, quello d'Europa e quello Americano - ha dichiarato Sassoli - Sono Inni che rappresentano i valori della democrazia e la dignità delle persone. E la dignità significa coraggio, e il coraggio significa saper essere parte integrante di una società, di una comunità. Bisogna avere il coraggio di abbattere i muri e non la vigliaccheria di alzarne di nuovi. Noi, per gli ultimi, vogliamo fare di più".