L'azienda Corden Pharma non ha chiuso alla possibilità di una nuova cassa integrazione per i lavoratori considerati in esubero. Nella riunione che si è svolta ieri in Unindustria conta più il "non detto" rispetto alle cose emerse, quasi tutte già note. I rappresentanti dell'azienda hanno ribadito ai sindacati Cgil, Cisl , Uil, Ugl e Confail la situazione delicata che sta attraversando lo stabilimento di Sermoneta. In particolare è la questione del contratto con Bristol Myers che ha tenuto banco. Corden avrà commesse dalla multinazionale fino al 2020 e non più al 2021 come sembrava precedentemente. Un incontro ci sarà comunque con la Bristol per capire se ci sono condizioni per migliorare.

Questo va ad aggiungersi alle difficoltà incontrate e alla necessità di rispettare il concordato accolto dal tribunale di Latina. In questo scenario Corden ha confermato gli esuberi, che sono comunque scesi a 122 da 125: in tre hanno accettato l'uscita anticipata dal lavoro usufruendo degli incentivi all'esodo.

Proprio questo capitolo è stato uno dei temi sul tavolo. Corden ha deciso di prorogare gli incentivi fino al 24 gennaio prossimo. Per quel che riguarda la cessione dei rami d'azienda, Corden ha fatto presente che c'è stata un'offerta per uno dei rami. Ma serve l'ok all'omologa del concordato, posta tra le condizioni dall'offerente per l'acquisto. Per questo si va verso l'affitto del ramo in attesa di completare i procedimenti legati al concordato. Ovviamente i sindacati sperano che vada in porto la cessione in quanto sarebbe salvo il personale che viene impiegato in quel ramo d'azienda.

Sul capitolo cassa integrazione la situazione è in fase di stallo. L'azienda vorrebbe chiuderla e per una proroga chiede un accordo sindacale diverso. I sindacati chiedono invece il rinnovo per dare nuove speranze ai lavoratori e al sito produttivo medesimo. Il prossimo 30 dicembre le parti si incontreranno nuovamente in Unindustria per l'ultimo incontro a livello locale. Se le cose non andranno bene, ossia se la riunione si chiuderà con un mancato accordo, il prossimo step sarà in Regione Lazio.