"Senza tema di smentita, ritengo di essere stato il primo Sindaco che abbia avuto il coraggio di affrontare una vicenda annosa e spinosa e di averlo fatto ponendo come obiettivo unico e prioritario il diritto dei cittadini a poter ricevere un servizio ineliminabile ed indispensabile". Esordisce così Antonio Fargiorgio sul caso dei pozzi privati che forniscono l'acqua a circa 4 mila residenti non serviti dal servizio pubblico. Il sindaco annuncia un accordo di programma tra Regione, Provincia, Comune e Acqualatina per fornire il servizio pubblico e affinché si abbandoni l'anomalia che ha caratterizzato il servizio fino a oggi. Proprio sullo scadere dell'anno, si erano creati alcuni rischi di disservizi che però, spiega il sindaco, ora sono stati risolti.

Fargiorgio ricorda "l'adozione dell'ordinanza dell'8/02/2019 con cui ho intimato ai proprietari dei pozzi di continuare nell'erogazione dell'acqua, ravvisando disagi evidenti di natura anche sanitaria nell'eventuale cessazione del servizio. La mia ordinanza, tuttavia, è stata fraintesa quanto ad un suo ipotetico termine finale di efficacia che, di contro, nel provvedimento non c'è. Ho sentito a più riprese di una data di scadenza (31/12/2019) che in verità il provvedimento non reca e ciò ha generato alcune operazioni contrattuali che non sono in linea con i dettati normativi. Senza dimenticare che, ad ogni modo, l'inosservanza dell'ordinanza sindacale ha anche risvolti di altra natura, traducendosi nella violazione di uno specifico precetto penale, per coloro tra i titolari dei pozzi che pensassero di interrompere il servizio in mancanza di altri e diversi provvedimenti, sindacali e non".

"Ancora in prossimità delle passate festività natalizie - aggiunge il primo cittadino - sono intervenuto con uno dei titolari dei pozzi per evitare che si prolungasse una situazione di disservizio ed addirittura nel pomeriggio del 24 dicembre ho chiesto, ottenendola, la rassicurazione che il servizio fosse stato riattivato. Ciò dico per superare qualche inevitabile critica mossa da chi ha pensato (ed anche scritto), del tutto infondatamente tuttavia, che il Sindaco non si preoccupasse della vicenda".

Fargiorgio rivendica l'aver chiesto e ottenuto i tavoli tecnici sulla questione. "La mia Amministrazione si è posta come obiettivo quello di risolvere questa anomalia tutta itrana, che vede una parte del territorio non raggiunta dal servizio idrico pubblico, ed in forza di questa determinazione ha fatto istituire, su propria richiesta, i tavoli tecnici necessari per la soluzione del problema. Nell'assumermi tutte le responsabilità connesse al mio ruolo, da cui altri sono rifuggiti, infatti, il 16/05/19 è stato istituito, per la prima volta in assoluto, un tavolo tecnico presso il Comune di Itri, cui sono intervenuti ben 3 tecnici della Provincia oltre ai titolari delle derivazioni interessate dai noti provvedimenti. E' risultata invece assente la Regione Lazio, ancorché regolarmente invitata a partecipare. Da quel momento, ho ulteriormente implementato una serie di interlocuzioni a livello istituzionale, che mi hanno indotto in data 13/08/19 a richiedere e sollecitare un incontro sul tema, invitando Regione, Provincia, ATO 4 e Acqualatina SpA".

A settembre l'incontro in Regione. "In quella occasione, ho diffusamente illustrato il problema, suggerendo una serie di soluzioni e trovando grande disponibilità in tutti gli attori istituzionali della vicenda. In quella sede abbiamo tutti convenuto sulla necessità (ed aggiungo obbligatorietà) della soluzione pubblica, che prevede l'ingresso del gestore idrico (Acqualatina), previa individuazione degli interventi anche strutturali da realizzarsi e loro approvazione nelle sedi competenti (ATO 4). Soluzione che, come ho precisato, non può tuttavia prescindere da un grosso impegno economico-finanziario, necessario per le eventuali attività di esproprio e sue consequenziali (pagamento indennità), per le quali non si può pensare che sia il Comune di Itri a sobbarcarsi l'onere. Spetta infatti alla Regione ed alla Provincia, nell'esercizio delle rispettive competenze, assicurare i mezzi finanziari necessari a rendere fattibile un tale tipo di operazione, che riguarderebbe oltre la rete idrica anche quella fognaria".

A gennaio ci sarà un nuovo incontro in Regione "per avviare la sottoscrizione di un accordo di programma, in cui saranno scanditi tutti i passi necessari e fissate le competenze di ciascun Ente (Regione, Provincia, Comune, Acqualatina). L'accordo servirà soprattutto a fissare le regole da osservarsi nel periodo transitorio, quello che condurrà alla definitiva soluzione pubblica, periodo che potrebbe essere più o meno lungo, non potendosi a priori escludere iniziative giudiziarie da parte degli interessati".

Da ultimo Fargiorgio chiede che sia garantita in ogni compagine la presenza del Comune di Itri. E così riassume l'azione amministrativa sul caso: "Per evitare primogeniture che vedo già da altri accampare, ricordo che l'Amministrazione da me condotta: a) è stata la prima che ha affrontato il problema in maniera decisa, portandola nei necessari tavoli tecnici ed istituzionali; b) è stata la prima, e l'unica, che ha avviato operazioni di recupero della TOSAP (tassa occupazione suolo pubblico, giacché le condotte attraversano terreni di proprietà comunale, in forza di autorizzazioni da altri precedentemente rilasciate); c) non ha esitato a prendere posizione anche nei procedimenti giudiziari già avviati ad opera dei titolari dei pozzi, e tuttora pendenti, costituendosi in giudizio nelle competenti sedi. Ritengo che la posizione da me espressa nei tanti incontri con gli utenti, ed anche nella riunione pubblica del 25 luglio 2019 oltreché in vari Consigli Comunali, sia stata e sia molto chiara e non si presti ad equivoci o fraintendimenti. Ho inteso tracciare una strada per risolvere nel rispetto della legge un problema atavico per il nostro territorio e mi sono impegnato a farlo senza fare sconti a nessuno".